Campionato Serie A
Avvio di stagione in continuità di quello che è stato la parta finale della precedente, cioè con il condizionamento dovuto alla pandemia da
coronavirus. Il campionato 2019/20 dopo l’interruzione avvenuta a marzo e durata complessivamente circa tre mesi e mezzo, ha avuto la sua conclusione
addirittura ad agosto (il 2, per l’esattezza), e il quello successivo, cioè questo che andiamo a raccontare, ha avuto il suo inizio il 19 di settembre.
Ovvio che il tutto ha condizionato la preparazione precampionato e per questo è stata confermata la novità regolamentare relativa alla ripresa della
stagione 2019/20, cioè il numero delle sostituzioni che può arrivare fino a cinque purchè espletate in un massimo di tre interruzioni di gioco. Per tutta
questa stagione 2020/21 non ci sarà la possibilità per il pubblico di affollare gli spalti dello stadio, salvo rarissime eccezioni e comunque di
contenutissimo valore numerico.
Per quanto riguarda le vicende del Cagliari, le variazioni nella rosa che affronta il campionato riguardano le partenze
di Paloschi e Ragatzu che rientrano nelle rispettive società dalla quale erano provenuti, cioè la Spal, che milita in Serie B e l’Olbia, che disputa il
campionato di Serie C. Le altre partenze vedranno i calciatori come avversari del Cagliari in campionato perché sono tutte per squadre di Serie A.
Pellegrini, Cigarini e Ionita vanno rispettivamente al Genoa e alle neopromosse Crotone e Benevento, Rafael e Mattiello si trasferiscono allo Spezia,
squadra debuttante in Serie A. Non viene rinnovato il contratto a Birsa che rimane senza squadra mentre non si riesce a trovare un accordo con l’Inter per
la conferma in rossoblù di Nainggolan che rientra così alla squadra milanese.
I volti nuovi sono quelli di Caligara, che proviene dal Venezia, squadra
di Serie B, di Despodov, che ritorna dal prestito alla squadra austriaca dello Sturm Graz, di Marin, nazionale rumeno proveniente dal campionato olandese,
per la precisione dall’Ajax di Amsterdam, di Ounas, calciatore di proprietà del Napoli proveniente da un prestito in Francia, al Rennes, di Sottil che
arriva in prestito dalla Fiorentina, di Tramoni, calciatore della Corsica che proviene da una squadra locale, cioè l’Ajaccio, che partecipa alla Seconda
Divisione francese, Tripaldelli, che arriva dal Sassuolo, Vicario, che arriva dalla Serie B, cioè dal Perugia, così come proviene dalla medesima categoria
Zappa, che giocava nel Pescara. Ultimo acquisto in ordine cronologico è di quelli con il botto perché arriva dall’Inter il difensore Godin, capitano della
Nazionale uruguayana e noto per essere il genero del connazionale Herrera, calciatore di grande successo nel Cagliari degli anni 90. Alla guida tecnica
viene chiamato uno dei più quotati allenatori alla portata di una squadra come il Cagliari, cioè Eusebio Di Francesco, nelle intenzioni della società il
condottiero giusto per un campionato ambizioso, mirato a migliorare le buone cose fatte nel precedente e mirato soprattutto a migliorare la classifica.
La realtà dei fatti sbugiarderà clamorosamente i buoni auspici e farà passare alla storia questo campionato come soffertissimo e assolutamente mediocre.
Insomma, un’altra stagione deludente e da dimenticare.
L’inizio non è disastroso ma nemmeno esaltante, accettabile come partenza per un campionato in
crescendo. Nei primi turni di campionato si segnala la prolificità della coppa degli attaccanti Simeone-Joao Pedro che addirittura, a inizio campionato,
è la migliore di tutte. Ma la cosa finisce ben presto perché Simeone, autore di cinque reti nelle prime sei giornate di campionato, si ferma realizzando
una sola rete in tutto il resto del torneo mentre Joao Pedro va avanti nel segno della continuità rispetto alla passata stagione e il suo contributo in
zona gol sarà sempre costante.
Sul finire dell’anno solare ha inizio una terribile serie negativa che pare senza fine. Una cosa accaduta esattamente un
anno prima, con la differenza che il Cagliari edizione 2019/20 aveva un ottimo bottino di punti che gli ha consentito di amministrare per ottenere il
minimo obiettivo (la conferma della categoria) mentre in questa stagione i punti racimolati nella prima parte del campionato sono molti di meno col
risultato che la squadra piomba in piena zona retrocessione con prestazioni sul campo ancora, se possibile, più sconfortanti della già magra classifica,
con la concorrenza che, viceversa, ha proprio un altro passo.
Tra le sconfitte più gravi quella interna del 6 gennaio contro il Benevento e quella
relativa allo scontro diretto sul campo del Genoa, con le due squadre in piena lotta retrocessione, con il Cagliari quartultimo e il Genoa un punto sopra.
La sconfitta in Liguria nell’ultima giornata del girone di andata porta il Cagliari al terzultimo posto, che significherebbe retrocessione, e alla messa
in discussione del tecnico a cui, tuttavia, viene rinnovata la fiducia.
Sul mercato di riparazione si interviene con il rientro di Nainggolan
dall’Inter, che arriva insieme ad Asamoah, quindi gli arrivi di Calabresi dal Bologna, di Duncan dalla Fiorentina, di Rugani della Juventus, proveniente
dal Rennes, squadra francese presso la quale era stato dato in prestito e il ritorno di Deiola, che era in prestito allo Spezia. Le partenze sono quelle
di Caligara all’Ascoli, di Despodov e Oliva che vanno in prestito all’estero, rispettivamente ai bulgari del Ludogorec e agli agli spagnoli del Valencia,
di Ounas, che era in prestito dal Napoli, che va al Crotone, di Faragò che va al Bologna e di Pisacane che va in B al Lecce.
Dopo la citata sconfitta
di Genova, il rinnovo della fiducia a Di Francesco frutta solo un pari interno contro il Sassuolo alla prima di ritorno, a cui fanno seguito altre due
sconfitte consecutive in attesa dello scontro diretto interno contro il Torino, squadra concorrente per evitare la retrocessione e già sconfitto
all’andata. È l’ultima chiamata per l’allenatore, la squadra è terzultima ma una vittoria la rilancerebbe perché porterebbe allo scavalcamento in
classifica. Invece arriva un’altra grave sconfitta casalinga e, a questo punto, l’avvicendamento in panchina è davvero inevitabile.
I numeri sono
impietosi: la squadra è terzultima ed è più vicina al penultimo posto che al quartultimo. Non vince da sedici partite e nelle ultime dieci ha raccolto la
miseria di un punto. E, andando a ritroso analizzando anche la stagione precedente, nelle ultime quarantacinque partite in Serie A sono state appena sei
le vittorie.
A succedere a Di Francesco è Semplici, che riesce immediatamente a dare una sterzata ai risultati del Cagliari con due vittorie
consecutive e un pareggio acciuffato all’ultimo minuto sul campo della Sampdoria ma questo avvio con il nuovo tecnico pare un fuoco di paglia perché
seguono quattro sconfitte consecutive che fanno precipitare il Cagliari, a dieci giornate dal termine, a otto punti dalla salvezza.
La partita
successiva si rivelerà un crocevia sul destino sportivo del Cagliari. Alla Sardegna Arena arriva il Parma, penultimo in classifica ma che con un successo
scavalcherebbe i rossoblù. La vittoria e obbligata ma le cose si mettono malissimo perché gli emiliani dominano riuscendo a portarsi in vantaggio 3-1 a
mezz’ora dal termine. Ma a questo punto viene fuori il Cagliari che non ti aspetti che riesce a ribaltare clamorosamente la contesa realizzando tre reti,
le ultime due delle quali negli ultimi due minuti di gara. E questa partita un crocevia lo diventa per davvero perché è il preludio alla decisiva serie
positiva per il Cagliari, la prima di tre vittorie consecutive a cui fa seguito un importantissimo pareggio sul campo del Napoli e soprattutto alla
vittoria nello scontro diretto sul campo del Benevento che adesso, quando mancano tre giornate alla fine del campionato, si trova tre punti sotto i
rossoblù che invece, alla 23ma giornata, denunciavano sui campani un ritardo di ben dieci punti.
La serie positiva si porta a sette partite (quattro
vittorie e tre pareggi) e si arresta al penultimo turno, quello che decreta la certezza matematica di una insperata salvezza con un risultato da ricordare
perché si pareggia con il punteggio di 0-0 sul campo del Milan che vedeva i rossoblù ininterrottamente perdenti dalla stagione 2004/05 e li vedeva subire
almeno una rete dalla stagione 1998/99.
Per quanto riguarda il resto del campionato, si decide, dal punto di vista regolamentare per una minore
severità sui falli punibili con calcio di rigore, come si può evincere dalle cifre che parlano di trentasei calci dagli undici metri in meno rispetto ad
un anno prima.
In testa alla classifica finale c’è un cambiamento epocale in vetta relativamente a questi ultimi anni visto che la Juventus, Campione
d’Italia da nove stagioni consecutive, stavolta deve abdicare a beneficio dell’Inter, che torna a primeggiare vincendo uno scudetto che mancava dalla
stagione 2009/10. La prima parte del torneo, a dire il vero, è dominata dalla concittadina Milan, che riesce a chiudere in testa il girone di andata
rimanendo in vetta fino alla 21ma giornata, riuscendo ad arrivare a tenere un massimo vantaggio di cinque punti nei confronti dei rivali, anche in
conseguenza dello scontro diretto in cui il Milan rifila ai futuri Campioni d’Italia l’unica sconfitta interna. Il Milan, tuttavia ha un netto calo nel
girone di ritorno che, combinato con il fatto che è proprio l’Inter la squadra che, a conti fatti, ha il massimo incremento di punti tra girone di andata
e girone di ritorno, con una differenza in positivo di nove punti, porta al definitivo avvicendamento in classifica alla 22ma giornata.
E proprio
questo dato, cioè il maggiore incremento di punti in classifica nel girone di ritorno rispetto a quello di andata, uno dei pochi motivi di soddisfazione
per il Cagliari che ottiene lo stesso aumento di punti dell’Inter e di Napoli e Torino.
Una volta passata in testa, l’Inter, stacca nettamente la
concorrenza e il campionato diventa molto avvincente per la lotta agli altri posti nella successiva Champions League con quattro squadre (Atalanta,
Juventus, Milan e Napoli) a contendersi i tre posti.
A novanta minuti dalla fine del campionato pare tutto deciso: l’Atalanta vince sul campo del Genoa
e ottiene la matematica certezza della sua terza consecutiva partecipazione, anche grazie agli scontri diretti favorevoli e il calendario sembra essere
nettamente favorevole a Milan e Napoli a discapito della Juventus, che pareva destinata ad una clamorosa eliminazione. Invece succede che la Juventus, che
doveva affrontare la capolista Inter, già matematicamente Campione, riesce a batterla e vince anche l’ultimo incontro, sul campo di un Bologna senza
problemi di classifica mentre il Milan ha un pericoloso rallentamento nella già citata gara casalinga contro il Cagliari della penultima giornata,
risultato che lo obbliga a un non facile successo nell’ultima sul campo dell’Atalanta. Il tutto a vantaggio del Napoli che vince l’ultima trasferta del
campionato sul terreno della Fiorentina e si presenta all’ultimo turno con una partita casalinga che parrebbe una formalità, visto che si deve ospitare un
Verona senza problemi di classifica. Invece accade che è proprio il Napoli a doversi accontentare della partecipazione all’Europa League perché non va
oltre il pari contro il Verona e viene preceduto in classifica dal Milan, che torna in Champions dopo 7 anni, che riesce a vincere sul campo dell’Atalanta.
Con il Napoli va in Europa League la Lazio, che solo sporadicamente è riuscita a tenere il passo Champions e un posto nelle prossime Coppe Europee lo
conquista faticosamente anche la Roma, autrice di un pessimo girone di ritorno, che parteciperà alla neonata competizione Europea Conference League grazie
al settimo posto a pari merito dell’ottimo Sassuolo che paga gli sfavorevoli scontri diretti.
Snocciolando qualche dato importante dal punto di vista
statistico, per questo campionato, possiamo rilevare rispetto alla stagione precedente un aumento dei pareggi, 192, ventidue più del 2019/20. Il migliore
attacco, per la seconda stagione consecutiva, è quello dell’Atalanta la quale, pur realizzando nove reti in meno rispetto ad un anno prima, si conferma la
squadra più prolifica mentre tutti i primati relativi alla difesa sono dell’Inter, squadra con il minor numero di sconfitte in assoluto, migliore
retroguardia sia nelle gare interne che in quelle esterne. È sempre l’Inter ad avere anche il migliore e indiscutibile rendimento interno visto che agli
avversari ha lasciato le briciole, cioè una sola sconfitta e un solo pareggio con anche il migliore attacco. La squadra seconda classificata, cioè il
Milan, primeggia, come già detto, per il suo straordinario rendimento esterno, dove ha ottenuto ben 49 dei 57 punti disponibili, diciannove più di quelli
ottenuti tra le mura amiche. Nessuna squadra ha mantenuto imbattuto il proprio terreno di gioco e nessuna squadra ha chiuso senza vittorie esterne.
Retrocedono in Serie B le neopromosse Benevento e Crotone unitamente al Parma.
Per il Cagliari scenderanno in campo un complessivo di trentadue
calciatori, uno in meno rispetto all’annata precedente. Ancora una volta è stato il miglior realizzatore Joao Pedro che è anche il primatista di presenze
(trentasette su trentotto) insieme a Marin. Le sedici segnature di questo campionato lo portano al secondo posto dei marcatori di tutti i tempi in Serie A
del Cagliari alle spalle dell’inarrivabile Riva.