La storia del Cagliari
Tutta la cronistoria rossoblù, partita per partita
1969/70
Coppa delle Fiere
Il secondo posto della stagione precedente porta il Cagliari, per questa stagione 1969-70, alla partecipazione ad un torneo internazionale decisamente più prestigioso ed esclusivo rispetto a quelli disputati nelle precedenti stagioni. Parliamo della Coppa delle Fiere, competizione europea a cui sono ammesse le formazioni classificatesi ai vertici della graduatoria nella precedente stagione e che non abbiano vinto il Campionato Nazionale (in tal caso parteciperebbero alla Coppa Campioni) o la Coppa Nazionale (in tal caso parteciperebbero alla Coppa Delle Coppe a meno che non abbiano vinto anche il titolo nazionale, nel qual caso in Coppa Delle Coppe andrebbe la finalista perdente).

Le squadre ai nastri di partenza sono 64 in rappresentanza di 28 nazioni. Il numero di partecipanti per nazione dipende dal rendimento nelle precedenti edizioni delle competizioni continentali. Si va da un massimo di quattro squadre (è il caso di Germania Ovest, Inghilterra, Italia, Portogallo e Spagna) ad un minimo di una (Eire, Islanda, Lussemburgo, Malta, Svezia e Turchia).

Questa vetrina internazionale è di assoluto prestigio per il Cagliari, dati gli altisonanti nomi delle formazioni partecipanti, tra le più blasonate del continente (citiamo Ajax, Anderlecht, Barcellona, Dundee United, Malmoe, Partizan Belgrado, Porto, Sporting Lisbona, Stoccarda, Valencia). Senza dimenticare le altre squadre a rappresentare insieme al Cagliari l’Italia (Inter, Juventus e Napoli). Tra le favorite, però, ci sono senz’altro le quattro rappresentanti inglesi (Arsenal, Liverpool, Newcastle e Southampton).

Il torneo è strutturato con un tabellone di tipo simil-tennistico, a partire dai trentaduesimi di finale, ad eliminazione diretta, con gare di andata e ritorno alternando i campi delle due contendenti. A differenza di quanto avviene nel tennis, dove il torneo prosegue naturalmente dopo che viene elaborato il tabellone, essendoci le teste di serie, il sorteggio avviene turno per turno. Nel caso in cui la gara di ritorno abbia un punteggio speculare rispetto a quella di andata, si disputano i tempi supplementari e, se non si registrano segnature, il sorteggio. A parità di segnature si qualifica la squadra che ha realizzato più reti in trasferta. Per assegnare il trofeo la finale è doppia, in casa delle due finaliste. In caso di parità assoluta, verrebbe ripetuta in campo neutro.

Nonostante la stagione calcistica sarà quella del Cagliari più forte di sempre, quello che dominerà, vincendolo, il proprio campionato, la partecipazione rossoblù si limiterà ai soli primi due turni. I trentaduesimi, quelli che li opponevano ai greci dell’Aris Salonicco, saranno burrascosi. Infatti, dopo il pareggio in trasferta della gara di andata, la partita di ritorno vede i rossoblù travolgere gli avversari al punto che, a seguito della rete del 3-0 realizzata al 76’ minuto, i greci, in dieci dal 36’ per un’espulsione e innervositi per il rovescio che sta maturando in campo, trasformano il prato dell’Amsicora in un ring pugilistico, rifiutandosi, per giunta, di proseguire l’incontro, costringendo così l’arbitro alla sospensione della partita,con risultato che verrà omologato sul punteggio maturato in quel momento (3-0, appunto). Non è, purtroppo, una novità nell’esperienza europea del Cagliari, con analoghi precedenti nelle passate edizioni di Coppa Mitropa.

Il sorteggio del secondo turno riserva al Cagliari i tedeschi orientali del Carl Zeiss Jena, che vinceranno anch’essi il proprio campionato in quella stagione. Un avversario comunque abbordabile se non fosse per il fatto che, in entrambe le contese, i rossoblù saranno costretti a giocare, causa indisponibilità, senza il loro uomo più prestigioso, Riva. A questo si aggiunge un arbitraggio discutibile che condiziona la gara di andata in trasferta, persa 2-0 e la qualificazione è subito in salita. E dall’essere in salita passa ad essere compromessa quando, dopo appena otto minuti, i tedeschi passano in vantaggio nella gara di ritorno all’Amsicora rendendo vano ogni sforzo rossoblù per rimontare e ottenere il passaggio del turno.

All’atto finale della contesa giungono i belgi dell’Anderlecht di Bruxelles che in semifinale eliminano la squadra italiana arrivata più avanti (l’Inter) con una clamorosa rimonta (vittoria in Italia 2-0 dopo la sconfitta interna 1-0 della gara di andata) e gli inglesi dell’Arsenal di Londra che estromettono in semifinale gli olandesi dell’Ajax di Amsterdam, squadra emergente nel panorama calcistico continentale, finalista sconfitta dal Milan in Coppa Campioni la stagione precedente e destinata, di lì a poco, a dominare il calcio europeo.

Anche in questo caso si assiste ad una non facile rimonta, con l’Anderlecht, vincente in casa 3-1 nella gara di andata, che si deve arrendere agli avversari i quali, vincendo sul proprio campo con il punteggio di 3-0, si aggiudicano così la Coppa.