Campionato Serie A
Il campionato di Serie A 2006/07 parte dopo l’incredibile scandalo denominato “Calciopoli” che ha sconquassato i risultati sportivi delle ultime due
stagioni, devastando la squadra maggiormente coinvolta, la Juventus, privata di due scudetti conquistati sul campo, condannandola all’assenza, per la
prima volta nella sua storia, dalla Serie A e penalizzandola nel campionato di Serie B in cui gioca in questa stagione.
Non essendo stato possibile assegnare il titolo 2004/05, il successivo viene assegnato all’Inter, terza classificata che beneficia anche del
coinvolgimento della seconda, il Milan. Dunque l’Inter è la squadra che porta lo scudetto sul petto e che, con la Juventus in Serie B e le varie
penalizzazioni, diventa la squadra da battere. A questo campionato, partecipa, per la 28ma volta nella sua storia, anche il Cagliari.
Le variazioni nella rosa rossoblù rispetto a quella della stagione precedente riguardano le cessioni di Abeijon, dopo 8 anni di militanza inframmezzati da una breve
parentesi a Como e Campagnolo. Questi calciatori vengono scambiati rispettivamente con Atalanta e Reggina. Dalla squadra lombarda, dove va Abeijon, arriva
D’Agostino, mentre dalla squadra a cui è destinato Campagnolo arriva Biondini. Vanno in B Bega al Genoa e Vignati al Cesena mentre il giovane Pani va alla
Pistoiese, in Serie C1. Per quanto riguarda gli arrivi, c’è il prestito di Pepe dall’Udinese, uno dei due arrivi dalla Serie A. Provengono dalla B altre
due facce nuove, cioè Bianco dal Catania e Colucci dal Bologna. A questo c’è da aggiungere l’arrivo di due stranieri, un portoghese e un argentino, dai
loro rispettivi campionati. Trattasi di Semedo e di Penalba che giocheranno pochissimo nella loro unica esperienza in rossoblù meritandosi il classico
appellativo, tipico di questi casi, di meteora. Il tecnico, dopo il vorticoso giro della precedente stagione con quattro allenatori alternatisi, è un
giovane emergente, cioè Giampaolo, proveniente dall’Ascoli, da cui si porta anche l’altro calciatore in arrivo dalla Serie A, cioè Del Grosso.
L’allenatore, nell’ultima partita del campionato, farà esordire in prima squadra tre ragazzi del vivaio, cioè Aresti, Burrai e Mancosu.
Il torneo parte con ben quattro formazioni penalizzate in classifica, cioè la Fiorentina, che parte da -19, la Reggina, che parte da -15, quindi Lazio e
Milan penalizzate rispettivamente di undici e otto punti. In ogni caso l’immancabile presentazione dei ricorsi, cambierà a stagione in corso, queste
penalità. Alla settima giornata all’elenco delle formazioni penalizzate si aggiungerà quella del Siena, a cui viene sottratto un punto in classifica. A
fine ottobre, tra l’ottava e la nona giornata, vengono ridotte le penalizzazioni di Fiorentina e Lazio con uno sconto di quattro punti per la formazione
toscana e del doppio per la Lazio. E quattro punti di sconto li otterrà anche la Reggina, a metà dicembre, tra la quindicesima e la sedicesima giornata.
I punti di penalizzazione e l’assenza della Juventus, danno una insolita fisionomia alla classifica, nella prima parte del torneo, con squadre poco avvezze
alle posizioni di vertice che si affacciano nei quartieri alti della graduatoria. E’ il caso, ad esempio, del Palermo, che si trova da solo in testa a
punteggio pieno alla terza di campionato. La formazione siciliana, nella prima parte del torneo, riuscirà a rimanere al primo posto (anche se da solo lo
sarà solo alla terza giornata) per ben otto giornate, riuscendo, in questo periodo d’oro, a conquistare anche cinque vittorie consecutive. Ma il
campionato ha già delineata quello che sarà la squadra padrona che non ci metterà molto a staccare la concorrenza. Si tratta dell’Inter, campione in
carica e principale favorita per la conferma del titolo.
La squadra milanese, che balza in testa già dalla quarta giornata e che in quella posizione ci resterà fino alla fine del campionato, vince in casa contro
il Livorno all’ottavo turno e avvia una serie di ben diciassette vittorie consecutive che costituiscono il nuovo primato nella storia della Serie A a
venti squadre.
In quanto al Cagliari, la squadra rossoblù ha un andamento in linea con le caratteristiche del nuovo allenatore, molto valido nel curare la linea
difensiva, un po’ meno quella offensiva. Il passo in campionato è lento ma regolare e dopo la falsa partenza con due iniziali sconfitte consecutive, parte
una serie di ben otto pareggi, di cui sei consecutivi, nelle successive nove giornate. L’altro risultato è una vittoria a cui ne segue un’altra in
corrispondenza di quello che sarà il migliore momento del Cagliari in campionato, alla dodicesima giornata, quando al Sant’Elia cade, dopo cinque vittorie
consecutive, la co-capolista Palermo, che, con questa sconfitta, cederà definitivamente il passo all’Inter, ancora imbattuta, che si stacca in classifica
per non essere più raggiunta.
Ma da questo momento il Cagliari inizierà a rallentare in classifica, anche per i troppi pareggi, con una serie di sei partite senza vittorie. Nel mezzo
di questa serie, a dicembre arriva l’avvicendamento in panchina con Colomba a prendere il posto di Giampaolo. L’esordio del nuovo allenatore avviene,
esattamente come quello del suo predecessore, con due sconfitte consecutive a cui seguono due successi, il secondo dei quali in trasferta, sul campo del
Catania, allorquando esordisce l’unico acquisto del calciomercato, Marchini, proveniente dalla Triestina, in B, nell’unico periodo positivo di quella che
sarà la breve gestione tecnica di Colomba.
Dopo queste due illusorie vittorie, arriva un solo punticino nelle successive quattro gare che porta al nuovo ribaltone con il richiamo di Giampaolo.
Il quale, dopo la sconfitta nel suo nuovo esordio, pur senza entusiasmare, riesce un minimo a fare riprendere quota al Cagliari, che riesce a
mantenere un esiguo margine di sicurezza sulla coda della classifica anche perché la concorrenza non pare essere all’altezza della situazione, con le
ultime due della classe, Ascoli e Messina, notevolmente attardate già diversi mesi prima della fine del torneo.
Nell’ultimo periodo della gestione Colomba c’è da ricordare di un gravissimo episodio di teppismo che avviene a inizio febbraio, il venerdì dell’anticipo
della 22ma giornata, il derby tra Catania e Palermo. In occasione del quale scoppiano gravissimi disordini nei quali muore un ispettore di polizia.
Il campionato viene sospeso per quanto riguarda le restanti nove partite in programma e la domenica, quindi, non si gioca. Il resto della giornata verrà
recuperato dopo Pasqua e il grave episodio porterà come conseguenza una maggiore severità per l’accesso agli spettatori negli stadi.
Tornando al Cagliari, il finale di campionato è un po’ al brivido perché i rossoblù si mettono in pericolo perdendo lo scontro diretto casalingo contro il
Chievo, formazione in piena zona retrocessione che, con il successo del Sant’Elia, aggancia i rossoblù coinvolgendoli a loro volta. Il finale di
campionato è, per il Cagliari, all’insegna della discontinuità. Dopo la sconfitta interna contro il Chievo arrivano due importantissime vittorie
consecutive, la seconda delle quali a Palermo che fanno prendere un po’ di ossigeno in classifica prima dell’arrivo di altri quattro incontri nei quali si
raccoglie un solo punto che portano i rossoblù, a quattro giornate dal termine del campionato, ad avere appena un punto di margine sul terzultimo posto, che
porta in Serie B.
Importante da rilevare, in tal senso, il fatto che dopo la vittoria a Palermo, il Cagliari va a perdere tutte le restanti quattro trasferte mancanti alla
fine e il fatto che in coda, per evitare il terzultimo posto, la classifica è cortissima. Ad esempio a quattro giornate dal termine ci sono ben otto
squadre coinvolte nello spazio di sette punti. I rossoblù, comunque, stante, nella parte finale del torneo, il loro pessimo rendimento esterno,
imparano, se non altro, a vincere in casa incamerando sei punti su sei nei loro ultimi due impegni casalinghi, ottenendo la certezza matematica della
conferma della categoria proprio il giorno del commiato al Sant’Elia, alla penultima giornata, sconfiggendo la vicecapolista Roma.
Retrocesse da tempo matematicamente Ascoli e Messina, il terzo posto per la Serie B si decide all’ultima giornata con cinque squadre coinvolte ma che,
calendario alla mano, appare interessare soprattutto due formazioni. Questo perché Parma, Reggina e Siena affrontano in casa squadre senza motivazioni di
classifica ottenendo, come facilmente prevedibile, la vittoria che li mette al sicuro da qualsiasi sorpresa. Le altre due squadre sono Catania e Chievo,
impegnate in Sicilia nel loro scontro diretto con il Catania favorito dal fattore campo e il Chievo favorito dal punto in classifica in più che gli
consente di potere giocare per due risultati su tre. Alla fine è il Catania a vincere nettamente e a condannare il Chievo alla prima retrocessione in B
della sua storia.
Per quanto riguarda la restante storia del campionato, l’Inter, come detto, si afferma abbastanza agevolmente conquistando il suo secondo scudetto
consecutivo con ben cinque giornate di anticipo e frantumando diversi primati assoluti per i campionati di Serie A a venti squadre, come il rendimento
esterno fatto del massimo dei punti, delle vittorie e soprattutto l’imbattibilità e l’unica sconfitta patita in casa, per opera della Roma, seconda in
classifica e finita ad un distacco da primato tra prima e seconda, ventidue punti. Aldilà dell’impresa dell’Inter, va sottolineata in questo campionato la
straordinaria prestazione della Reggina che, penalizzata di ben undici punti, riesce a confermare la categoria. Così come riesce a confermarla, nonostante
l’ultimo posto in classifica a dieci giornate dal termine, il Parma. Nessuna squadra è riuscita a mantenere inviolato il proprio campo mentre solo una,
il Messina, ha chiuso senza successi esterni
Per il Cagliari sono scesi in campo, in campionato, ventinove calciatori, nessuno dei quali ha disputato tutte le trentotto partite del campionato.
Primatisti di presenze sono stati Pepe e Suazo con trentasei partite ciascuno con quest’ultimo primatista anche in fatto di segnature con quattordici reti
realizzate, nonché massimo rigorista del campionato con otto reti su altrettanti tentativi.