Campionato Serie B
La genesi della storia di questo campionato è travagliata e merita una doverosa premessa. Al termine della precedente stagione, nel tradizionale formato a
venti squadre, veniva decretata sul campo la retrocessione di Catania, Genoa, Cosenza e Salernitana. Il Catania finiva il suo campionato staccato di due
punti dal quintultimo posto in classifica, l’ultimo buono per la conferma della categoria. È importante ricordare il fatto che nel punteggio conseguito
dal Catania ci sono due punti ottenuti dalla Giustizia Sportiva per una partita di fine stagione, quella interna contro il Siena della trentesima giornata
terminata sul campo con il punteggio di 1-1, che vedeva la presentazione di un ricorso, da parte del Catania, per la presenza di un calciatore
squalificato nella formazione del Siena. In primo grado il ricorso veniva rigettato, ma il secondo grado di giudizio (quello definitivo e inappellabile)
capovolgeva la situazione. Decretando la permanenza in Serie B del Catania e imponendo a Venezia e Napoli la disputa di uno spareggio per stabilire la
quarta squadra retrocessa.
Ma il ricorso presentato dal Catania, apriva la strada ad un altro ricorso che vedeva sempre protagonista, per motivi analoghi, lo stesso Catania.
Stavolta la partita in questione è Catania-Venezia della trentacinquesima giornata finita con il punteggio di 2-0 in favore della squadra siciliana.
Ma anche qui c’è la presenza di un calciatore squalificato, stavolta del Catania, che provoca un ricorso da parte del Venezia il quale, poiché per lo
stesso motivo era stato accettato dando ragione alla squadra ricorrente (il Catania contro il Siena) non può che essere a sua volta accolto capovolgendo
ancora la situazione per quanto riguarda il destino sportivo in zona retrocessione.
La cosa ha un prosieguo perché il ritardo della sentenza relativa alla partita Catania-Siena provocava a sua volta il ritardo di quella relativa alla gara
Catania-Venezia. La conseguenza era che il Venezia presentava il ricorso fuori dal tempo massimo consentito ma la giustizia calcistica dava loro comunque
ragione. Il Catania ricorreva, allora, alla giustizia ordinaria, violando, di fatto, i regolamenti federali. Giustizia ordinaria che dava ragione al
Catania aprendo, di fatto, una situazione imbarazzante e di difficile soluzione. Per cercare di accontentare tutti e di salvare il salvabile, con la
stagione sportiva alle porte, si decide salomonicamente di annullare le retrocessioni portando il formato dell’imminente campionato di Serie B al
gigantesco formato di 24 squadre, primato storico per questo campionato nella formula a girone unico.
Tutto questo veniva inquadrato come un campionato di transizione per la riforma dei campionati di A e B con due squadre in più a partire dalla stagione
2004-05 (Serie A che passa da diciotto a venti squadre e Serie B che diventa a ventidue squadre). L’accettazione di questa novità è complicata, al punto
che la maggior parte delle squadre di Serie B protestavano boicottando la Coppa Italia e facendo slittare l’inizio del campionato, con la prima giornata,
prevista per il 30 di agosto rimandata e la seconda con appena due delle dodici gare in calendario disputate.
Alla fine, come sempre, prevale il buonsenso e anche questo campionato con ben quarantasei giornate in calendario ha il suo svolgimento. Con le promozioni
che diventano cinque con la possibilità, per la sesta classificata, dello spareggio contro la quartultima di Serie A con gara di andata e ritorno per una
eventuale sesta promozione. Le retrocessioni sono destinate alle ultime quattro in classifica con la novità del dovere ricorrere ad uno spareggio tra
quintultima e quartultima qualora lo scarto di punti tra le due squadre fosse sotto i sei punti. Altra novità (ma non solo in Serie B) è il punteggio
attribuito alle cosiddette vittorie a tavolino, cioè quelle decise dalla Giustizia Sportiva, che passa dal 2-0 al 3-0, come avviene già da tanto tempo in
Europa.
Tuttavia, come se non bastasse, ci sono anche, paradossalmente, problemi a portare l’organico alle ventiquattro squadre previste. Questo perché il Cosenza,
per motivi finanziari, non aveva nessuna possibilità di iscriversi al campionato. Si completa, quindi, l’organico con la Fiorentina, squadra a sua volta
fallita al termine della stagione 2001-02, quando militava in Serie A e ripresentatasi in Serie C2 con le denominazione di Florentia Viola. La squadra
toscana vinceva il suo campionato 2002-03 e veniva portata direttamente in Serie B, saltando la Serie C1, per quelli che sono i suoi storici meriti
sportivi e il suo bacino di utenza, riprendendo anche la storica denominazione.
Fatta questa lunghissima premessa, possiamo affrontare il discorso sportivo e parlare del Cagliari. Che si presenta ai nastri di partenza con la
dichiarata ambizione tornare nella massima categoria. Viene confermato il tecnico Ventura alla guida della squadra e per la rosa da allestire a sua
disposizione, il presidente Cellino fa le cose in grande. Convincendo a vestire il rossoblù quello che, probabilmente, è il più talentuoso calciatore
sardo della storia. Nientemeno che Gianfranco Zola, che rientra così in Italia dopo la sua esperienza di sette anni in Inghilterra, al Chelsea, per fare
il suo debutto nella Serie B italiana. Altro rientro di un calciatore sardo dopo sette anni in Inghilterra è quello del difensore Gianluca Festa.
Gli altri arrivi sono quelli che riguardano il secondo portiere, scambiato con il Catania. Mancini va in Sicilia, da dove arriva Iezzo. Quindi il
difensore Sabato dal Cosenza, i centrocampisti Delnevo e Brambilla da Triestina e Siena, due squadre protagoniste la stagione precedente in B con il Siena
promosso e la Triestina in lotta fino all’ultimo per il passaggio in Serie A. Infine l’attaccante Albino dal Modena. Le altre cessioni riguardano i
difensori Cudini e Longo che vanno rispettivamente al Genoa in B e al Teramo in C1. Per quanto riguarda i centrocampisti, Gorgone e Lucenti diventeranno
avversari del Cagliari in questo campionato essendo passati rispettivamente a Pescara e Piacenza. Guana rientra dal prestito al Brescia in Serie A così
come va in Serie A Carrus, destinazione Ancona. Salvo poi ritrovarselo come avversario tra le fila della Fiorentina, a cui viene destinato al mercato di
riparazione, mentre l’argentino Pineda torna in patria. Per concludere, l’attaccante Ranalli va al Cesena in Serie C1.
Il campionato del Cagliari parte con la novità dello stadio di casa che non è il Sant’Elia, almeno per quanto riguarda la parte iniziale del torneo, ma il
“Nino Manconi” di Tempio Pausania, già utilizzato la scorsa stagione in occasione di due gare di squalifica comminate al Sant’Elia a seguito
dell’invasione di campo sul finire della partita contro il Messina. Stavolta nessuna squalifica ma la necessità di rifare il manto erboso dell’impianto
cagliaritano. E l’inizio del torneo palesa una tendenza già vista un anno prima, cioè con il Cagliari spesso travolgente in casa ma altrettanto spesso
sconfitto in trasferta. Il primo impegno vede il netto successo sul campo del Catania, ma per rivedere i rossoblù vincenti in trasferta bisogna attendere
addirittura la tredicesima giornata, allorquando si vince sul campo del derelitto Como, penultimo in classifica e proveniente dalla Serie A ma destinato
alla sua seconda retrocessione consecutiva. In mezzo, un solo pareggio e quattro sconfitte. Ben diversa, come detto, è la musica in casa dove, nei primi
mesi di campionato si registrano due pareggi 1-1 ma anche quattro vittorie tutte con tre reti di scarto.
Il primo tentativo di fuga in campionato è della Ternana, che sarà nelle posizioni di vertice per tutto il girone di andata ma ben presto la guida della
classifica viene presa dall’Atalanta, squadra neoretrocessa, che passa in testa alla settima giornata e consolida il primo posto approfittando della
sconfitta della squadra umbra proprio sul campo del Cagliari. È l’ottava giornata e la formazione bergamasca rimarrà in testa per ben ventidue delle
successive ventiquattro giornate. In quanto al Cagliari in versione trasferta, al successo sul campo del Como si aggiunge un pari su quello
dell’Albinoleffe che dà un minimo di continuità al rendimento esterno, ma contemporaneamente si ha anche un rallentamento nei risultati casalinghi e così,
quando a due pari consecutivi tra le mura amiche, fa seguito la prima sconfitta a Tempio, per giunta in uno scontro diretto contro il Piacenza, il
presidente Cellino, con la squadra ottava in classifica e lontana dieci punti dalla testa, opta per l’avvicendamento alla guida tecnica con Ventura che
viene sostituito da Reja.
Il quale parte con due pareggi consecutivi, compreso quello casalingo contro il Verona nell’ultima gara disputata a Tempio, che porta il distacco dalla
testa a tredici punti. Finalmente, negli ultimi due impegni dell’anno 2003, arrivano altrettante vittorie. La prima, in pieno recupero, a Trieste e la
seconda nel giorno del ritorno al Sant’Elia, un successo in casa che arriva dopo tre pareggi e una sconfitta nelle ultime quattro uscite davanti al
proprio pubblico.
L’inizio del 2004, tuttavia, è all’insegna di qualche incertezza con due consecutive sconfitte esterne inframmezzate da un altro successo casalingo.
La seconda di queste due sconfitte, sul campo di una Fiorentina nettamente attardata in classifica, avviene al termine del girone di andata, con la
classifica che si delinea e rende l’idea di quelle che saranno le formazioni destinate a lottare per la promozione. Oltre alle già citate Atalanta,
Ternana e Piacenza ci sono anche le siciliane Palermo e Messina e il Livorno, che si trova al sesto posto, quello utile per lo spareggio, un punto sopra
un Cagliari momentaneamente fuori dalla zona promozione.
Nella seconda parte del campionato il Cagliari, prima gradualmente e poi prepotentemente, cambia marcia tenendo un ritmo impossibile da sostenere per le
avversarie. In questo contesto sono da ricordare le importanti variazioni all’organico del mercato di riparazione con gli arrivi in difesa di Agostini e
Maltagliati rispettivamente da Empoli e Ancona, a cui va l’attaccante Bucchi e quello di Bianchi in attacco dall’Atalanta, che prende il posto nel reparto
di Cammarata, che passa al Parma in Serie A. Chiude malinconicamente la sua esperienza in rossoblù, per problemi extracalcistici, Macellari.
Il girone di ritorno parte con un pareggio ad Ascoli, poi tre vittorie consecutive, l’ultima delle quali arriva in un importantissimo momento del
campionato: si tratta di uno scontro diretto casalingo contro il Palermo, che viene così agganciato al terzo posto in classifica. Ed è scontro diretto
anche la successiva gara in casa, avvenuta dopo il pareggio a Treviso. Ospite, stavolta, è la capolista Atalanta, la migliore difesa del campionato.
Che viene travolta con un inequivocabile 5 a 1 che fa volare il Cagliari al secondo posto in graduatoria. In questo particolare frangente del campionato
arrivano anche altri scontri diretti, nei quali il Cagliari si distingue per la sua determinazione nell’ottenere il risultato. Accade in casa contro il
Messina e in trasferta a Livorno, due partite tiratissime nel quale i rossoblù concretizzano il risultato nei minuti di recupero. Nel primo caso
pareggiando con Loria, difensore spesso decisivo in fase offensiva, una gara condotta in larga parte con un uomo in meno causa un’espulsione. Nel secondo
caso a salire in cattedra è il portiere Pantanelli che, sul il risultato sull’1 a 1 con rete, ancora una volta di Loria, para nel secondo tempo un calcio
di rigore nei minuti di recupero.
Sono risultati preziosi anche se la striscia dei cinque risultati successivi alla vittoria contro l’Atalanta, nella quale è da ricordare un altro pari in
uno scontro diretto, ottenuto a Terni, parla di altrettanti pareggi che rallentano un po’ la classifica del Cagliari, che si ritrova settimo, a maggior
ragione dopo la partita successiva ai cinque pareggi consecutivi, cioè la sconfitta di Napoli, che arriva dopo undici risultati utili di fila.
Ed è proprio a questo punto che il Cagliari impone al suo campionato il decisivo cambio di ritmo con ben sette vittorie di seguito (la migliore serie di
vittorie di seguito in tutto il campionato) che lo portano, al termine della 42° giornata, al secondo posto in classifica e ad un passo dalla certezza
matematica della promozione.
Di queste sette vittorie va ricordato un altro scontro diretto, questa volta a Piacenza, al momento sesto in classifica, con un punto di svantaggio dal
Cagliari, quinto, e quindi alla ricerca del sorpasso. Partita delicata che, nonostante l’inferiorità numerica causa un’espulsione al 34’ minuto sul
punteggio di 0-0, viene vinta alla grande dai rossoblù che si impongono 2-1.
Alla 43ma si gioca sul campo del Genoa, squadra di bassa classifica non ancora certa della conferma della permanenza in Serie B. Dove il Cagliari, dopo lo
svantaggio di 1-0 maturato al termine del primo tempo, rimonta portandosi a sua volta in vantaggio all’inizio del secondo. Risultato che, combinato a
quello degli altri campi, significava certezza matematica della promozione. Purtroppo, come accaduto ad Ancona sei anni prima, il Cagliari viene travolto
con il traguardo a vista e la partita finisce sul 4-2 per il Genoa e festeggiamenti solo rimandati di poco.
Perché la domenica successiva, ospite la Salernitana al Sant’Elia, è quella buona nonostante il brivido dello svantaggio maturato al primo tempo, preludio,
però, ad un travolgente secondo tempo nel quale avviene la rimonta vincente con annessa matematica certezza della promozione. Festa per la promozione
anche per il Palermo che torna in Serie A dopo ben trentuno stagioni di assenza e per il Livorno, a sua volta assente dalla massima categoria da
cinquantacinque stagioni. Mentre le altre due promozioni, cioè quella del Messina, assente dalla Serie A anch’esso da lungo tempo, precisamente da
trentanove anni e dell’Atalanta verranno ottenute matematicamente ancora scaglionate. I siciliani alla penultima giornata, i bergamaschi all’ultima.
Al sesto posto si classifica la Fiorentina che andrà poi, a sua volta, a ottenere la promozione vincendo il doppio spareggio contro il Perugia,
quartultima del campionato di Serie A.
In coda alla classifica la retrocessione veniva decretata con largo anticipo oltre che per il già citato Como, anche per l'Avellino, formazione neopromossa.
Il destino delle altre due squadre destinate alla Serie C1 della stagione successiva si deciderà solo
all’ultimo turno. Dove si trovano a cercare di evitare gli altri due scomodi posti il Bari, il Verona, il Venezia e il Pescara. Il terzultimo posto,
suo malgrado, verrà occupato da questi ultimi, le cui speranze di evitare il declassamento subiscono un brutto colpo alla penultima giornata, allorquando
il calendario propina un drammatico (sportivamente parlando) spareggio in uno scontro diretto sul campo del Verona che la spunta 4-3 e che a sua volta
centra l’obiettivo vincendo anche l’ultima di campionato sul campo del già condannato Como mentre il Pescara non va oltre il pari interno contro la
Ternana. Ad agevolare la salvezza del Verona il rovescio subito dal Bari, squadra con la quale era a pari punti in classifica, sul campo di un Palermo già
matematicamente promosso.
Rimaneva così la formazione pugliese una delle due squadre candidate a occupare il quartultimo posto nello spareggio finale perché l’altra antagonista, il
Venezia, chiudeva con un punto di vantaggio sulla formazione pugliese. Situazione che, secondo il nuovo regolamento, imponeva un doppio spareggio, con
gara di andata e ritorno, che dava ragione alla classifica della stagione regolare con il Venezia che rimontava, vincendo 2-0 la gara di ritorno in casa,
il successo per 1-0 riportato dal Bari in quella di andata disputata in Puglia.
Si chiude così un lunghissimo campionato iniziato sul finire dell’estate del 2003 e terminato il 20 di giugno, un giorno prima dell’inizio dell’estate
dell’anno successivo. Un campionato fatto del ragguardevole numero di 552 partite, che ha visto la realizzazione di ben 1287 reti e nel quale tutte le
squadre sono riuscite a riportare almeno un successo in trasferta.
Il Cagliari si toglieva la bella soddisfazione di terminare primo a pari punteggio anche se, per la differenza reti sfavorevole, diventa un secondo posto
alle spalle del Palermo. Le sei squadre promosse si divideranno un po’ i primati stagionali. Per il Palermo il miglior rendimento in casa in quanto a
punteggio e segnature. Al Cagliari il miglior attacco in assoluto, con ben ottanta reti all’attivo, il numero di vittorie complessive (ventitrè, cioè la
metà esatta) e il numero di successi esterni, otto, a pari merito con l’Atalanta che, viceversa, sarà la squadra con il migliore punteggio in trasferta
nonché migliore difesa in assoluto e per le gare esterne. Il Livorno avrà la migliore difesa casalinga e Messina e Fiorentina le uniche due formazioni che
termineranno il campionato senza sconfitte interne. Da sottolineare l’elevatissimo numero di pareggi per il Napoli (ventisei) mentre quasi tutti i primati
negativi venivano ottenuti dal Como.
Tra gli altri numeri del campionato, sottolineiamo il miglior punteggio in classifica nel girone di ritorno per il Cagliari che è anche la squadra che ha
avuto il maggiore incremento di punti rispetto al girone di andata (+15).
Per i rossoblù scenderanno in campo un complessivo di ventisette calciatori, tredici dei quali andati a segno, nessuno dei quali giocherà tutte le
quarantasei gare di campionato. Il primato di presenze e reti è per lo stesso calciatore, cioè Suazo, quarantacinque gare disputate e diciannove reti
realizzate.