Campionato Serie B
Stagione 1997-98 con presenza inaspettata in Serie B per il Cagliari, dopo sette stagioni in massima Serie e un crescendo di risultati, dal ritorno datato 1990/91, che ha
addirittura fatto arrivare i rossoblù ad una semifinale di Coppa U. E.F. A. ma che ha anche portato, da allora, un rapido declino con qualche campanello d’allarme, tipo i
deludenti risultati della stagione 1995-96, che non è stato interpretato nella maniera giusta.
E delusione della discesa in B amplificata anche dal modo un po’ beffardo in cui è arrivata, cioè con la sconfitta in uno spareggio. Logico che la voglia di riscatto è tanta.
Tanto per cominciare da parte dal presidente Cellino che per un immediato ritorno nella massima categoria rinnova in massa l’organico. Il punto di partenza è il tecnico.
E viene scelto un emergente, Giampiero Ventura, reduce da un biennio di trionfi con il Lecce, portato, con due consecutive promozioni, dalla Serie C1 alla Serie A. E la
stagione 1997/98 sulla panchina dei salentini doveva essere quella dell’esordio di quest’allenatore in Serie A ma Cellino è riuscito a persuaderlo a posticipare il suo debutto.
Per farsi convincere Ventura ha chiesto e ottenuto l’acquisto di più calciatori di sua fiducia, che hanno contribuito alle imprese del Lecce, a cui viene ceduto Cozza. E così
arrivano dalla Puglia, insieme al tecnico, Cavezzi, Centurioni, De Patre, Macellari e Zanoncelli. A loro si aggiungono Lambertini dal Casarano, Vasari dal Palermo e il
portiere Franzone dalla Salernitana che farà il secondo a Scarpi, calciatore cresciuto nel vivaio e che torna in rossoblù dopo due stagioni in prestito alla Reggina, in Serie
B. Per tante facce nuove nell’organico, ne corrispondono altrettante in partenza. Abate va alla Reggiana, Bettarini alla Fiorentina, Pancaro alla Lazio e Sterchele al Bologna
. Oltre a questi, non faranno parte del Cagliari 1997-98 due calciatori molto amati dai tifosi: il capitano Bisoli, che è una bandiera del club (va all’Empoli) e Tovalieri,
grande protagonista nella stagione precedente, che va alla Sampdoria.
In questo campionato, con la televisione a pagamento che riveste sempre più importanza, in trentadue delle prime trentatré giornate di campionato è previsto un anticipo al
sabato, a cui c’è da aggiungere la ventinovesima, interamente giocata di sabato, il giorno prima di Pasqua. Il Cagliari fa il pieno nelle prime due partite, riuscendo a
tenere la testa nelle prime tre giornate di campionato. Ma proprio alla terza i rossoblù iniziano a balbettare ottenendo al Sant’Elia contro il Castel Di Sangro solo un
pareggio, il primo di quattro consecutivi in casa e, sette giorni dopo,la prima sconfitta, sul campo del Verona, risultato che fa retrocedere i rossoblù al terzo posto di una
classifica guidata da un Venezia che sarà protagonista assoluto del campionato, ma in special modo nella prima parte.
Le manchevolezze interne dei rossoblù vengono compensate dal successo ottenuto sul terreno del Genoa. Ma i troppi pareggi (ben cinque nelle prime nove gare di campionato)
rallentano la classifica del Cagliari che al nono turno è solo quinto e alla decima viene travolto a Torino dove si rimedia un sconfitta con il punteggio di 3-0. Ma questo
brutto tonfo segna anche l’inizio di una serie positiva per i rossoblù di otto gare senza sconfitte che li lanceranno definitivamente in zona promozione. In questo lasso di
tempo c’è da ricordare il mercato di riparazione che, però, nel Cagliari, registra solo una piccola variazione nell’organico, consistente nello scambio con la Reggiana di due
attaccanti. In Emilia va Banchelli, calciatore dall’ottima media realizzativa nella sua esperienza in rossoblù (sette reti in sedici gare tra Serie A, Serie B e Coppa Italia)
ma che in realtà ha giocato pochissimo causa un grave infortunio patito la stagione precedente. In cambio arriva Carruezzo, un classico bomber da categorie inferiori, che può
accettare più di Banchelli il ruolo a cui è destinato, cioè la riserva,senza alimentare malumori.
La serie positiva di cui sopra del Cagliari si protrae fino all’inizio dell’anno solare 1998, interrompendosi ancora una volta a Verona (stavolta sul campo del Chievo). Ma la
sconfitta sul terreno del Chievo dimostra di essere solo un episodio visto che, tornando ad esaminare le partite successive alla disfatta sul campo del Torino, sarà l’unica
sconfitta nell’arco di ben diciassette partite, cioè tra l’undicesima e la ventisettesima giornata. La qual cosa, chiaramente, fa volare i rossoblù in graduatoria.
Al termine del girone di andata, la classifica vede in testa le due squadre assolute protagoniste, a pari punteggio. Il Venezia che ha tenuto la testa della graduatoria per
tredici delle diciannove giornate del girone di andata e la Salernitana che ha scavalcato i rivali proprio nello scontro diretto, vinto autoritariamente in trasferta con il
punteggio di 3-0, prima di essere raggiunti dai lagunari in testa proprio all’ultima di andata.
In questo contesto il Cagliari non sta certo a guardare, pur non riuscendo a mantenere il ritmo delle prime due. È terzo in classifica e anche se ha più vicino in classifica
la quarta (il Torino) che le due di testa, ha comunque un buon margine sulla concorrenza che va a rimpinguarsi fino al già citato ventìsettesimo turno di campionato. Al quale
il Cagliari arriva da secondo in classifica, avendo raggiunto già alla ventitreesima giornata il Venezia che, dopo una bruciante partenza è un po’ in calo.
E il ventisettesimo turno significa per il Cagliari la vigilia della partita sul campo della Salernitana, la capolista. Che dista cinque punti in classifica con i rossoblù
che hanno un margine di sicurezza in zona promozione di ben undici punti con +9 sulla quarta in classifica. Nello scontro diretto vince la Salernitana, a dimostrazione del
fatto che questo è proprio il suo anno e che è la squadra più forte della categoria. Questa sconfitta, in contrapposizione a quanto accaduto nel girone di andata,
relativamente alla battuta d’arresto sul campo del Torino, segna l’inizio di un calo nel rendimento della squadra, che pareggia le cinque successive partite, anche con
qualche fatica di troppo, come le gare al Sant’Elia contro il Torino e a Reggio Calabria, entrambe pareggiate 2 a 2 ma con l’affanno di dovere rimontare dallo 0-2.
Nel frattempo la concorrenza rimonta e al Cagliari si ridurrà piano piano il grande vantaggio di punti accumulato. Un vantaggio che si dimostrerà prezioso da amministrare.
L’allungo decisivo avviene con il pieno di punti conquistati in casa contro la Lucchese e sul campo di un Padova disperatamente impegnato, senza successo, ad evitare la
retrocessione, che passa in vantaggio e viene rimontato 2-1. Allungo che porta nuovamente i rossoblù ad agganciare il Venezia al secondo posto e proprio alla viglia dello
scontro diretto.
Nelle ultime tre giornate il campionato si infiamma in testa con la Salernitana già a festeggiare la promozione e quattro squadre (Cagliari, Venezia, Torino e Perugia)
racchiuse in uno stretto margine di punti a caccia degli altri tre posti, con due scontri diretti da disputarsi con, oltre al già citato Cagliari-Venezia, che si gioca alla
36ma giornata, anche un Perugia-Torino da brivido da giocare la giornata successiva.
La gara del Sant’Elia tra Cagliari e Venezia, che decreterebbe la promozione anticipata per i vincenti, non decide niente perché, come prevedibile, la partita termina con la
divisione della posta in palio. Ma la giornata riveste la sua importanza perché il Torino, quarto e con cinque punti di vantaggio sul Perugia, non riesce ad andare aldilà di
un pareggio interno contro un Chievo oramai senza problemi di classifica, consentendo al Perugia, vincente a Pescara, di portarsi a tiro degli avversari. Proprio alla vigilia
dello scontro diretto. La 37ma e penultima giornata sembrerebbe quella che decreterebbe la promozione di Venezia e Cagliari, formazioni a cui basta un pareggio in un turno
che le vede opposte a due neopromosse.
Il Venezia compie la sua missione nel facile confronto interno contro la Fidelis Andria, terminato in parità. Il Cagliari, dal canto suo, è impegnato sul terreno di un Ancona
quasi spacciato. E la gara, per i rossoblù, che si portano in vantaggio dopo dodici minuti, pare prendere la piega giusta. Invece no perché una serie incredibile di errori
rimette in gioco l’Ancona che pareggia prima dello scadere del tempo e gioca il secondo con un vantaggio di due uomini, causa due espulsioni.
In questo modo l’Ancona ha gioco facile, riesce a portarsi in vantaggio 2-1 ma il Cagliari può rimettersi in gioco con un calcio di rigore. Ma Silva lo fallisce e il Cagliari
crolla, sommerso da altre due reti per il 4-1 finale. Un risultato incredibile se si considera il fatto che, nonostante questa vittoria, l’Ancona proprio in questa giornata,
per effetto dei risultati dagli altri campi, viene matematicamente retrocesso in Serie C1. Probabilmente un clamoroso calo di tensione per i rossoblù, in prossimità del
traguardo, o forse la inconscia certezza di una vittoria già in tasca.
Sempre riguardo i risultati dagli altri campi, il Perugia sconfigge il Torino agguantandolo in classifica e rimettendo, incredibilmente, in discussione anche la promozione
del Cagliari, che pareva cosa oramai certa. Per i rossoblù basta, ancora una volta, un punto, da ottenere nell’ultima di campionato, con il Chievo ospite al Sant’Elia. Alla
fine il punticino arriva e si può festeggiare l’immediato ritorno in A, che arriva dopo una sola stagione di B per la prima volta nella storia rossoblù mentre la quarta
promossa, come prevedibile, arriva dalla coda di uno spareggio in campo neutro tra Torino e Perugia, vinto da questi ultimi solamente ai calci di rigore.
Il Perugia, la migliore per punteggio nel girone di ritorno, corona così una clamorosa rimonta, beffando un Torino costantemente ai vertici della classifica. In coda alla
quale, detto dell’Ancona, cadono anche Foggia e Padova, un po’ a sorpresa, visto il loro recente passato in Serie A e il Castel Di Sangro,al tramonto della sua bella favola
sportiva.
La classifica finale, con il massimo possesso dei primati per la Salernitana per quelli positivi, e per il Castel Di Sangro per quelli negativi, registra tre primati assoluti
per i rossoblù. Quello del massimo dei pareggi (diciotto), quello per le sconfitte interne (l’unica con il campo imbattuto), quello per il massimo in trasferta sia come
punteggio (ventisei punti) che come vittorie (sei).
I calciatori del Cagliari scesi in campo in questo campionato sono stati ventitré, nessuno dei quali ha disputato tutte le partite. Un dato decisamente meno positivo, per il
Cagliari, è dato dalle espulsioni, ben sedici. Primatisti di presenze sono stati Vasari e Muzzi con trentasei ciascuno con quest’ultimo anche massimo realizzatore con
diciassette reti