La storia del Cagliari
Tutta la cronistoria rossoblù, partita per partita
1994/95
Campionato Serie A
La stagione 1994/95 parte con una importante novità regolamentare, già sperimentata in Italia la stagione precedente, relativamente ai campionati di Serie C. Cioè l’aggiudicazione non più di due punti ma di tre per la vittoria. Lo scopo di questa modifica regolamentare è quello di incentivare le squadre a cercare la vittoria piuttosto che di accontentarsi del pari e, cifre alla mano, questo scopo viene raggiunto alla grande visto che il numero dei pareggi nelle 306 partite di campionato è clamorosamente crollato, passando dai 208 della stagione 1993/94 ai 154 di questa che raccontiamo. Per ritrovare, nei campionati a diciotto squadre, una cifra così bassa di pareggi, bisogna tornare addirittura alla stagione 1932/33.

Un’altra novità regolamentare è costituita riguardo il numero di sostituzioni. Alle due consentite dal regolamento, se ne aggiunge una terza purchè il subentrato giochi in porta. Una regola che, in pratica, tutela le squadre che subissero l’espulsione del portiere e avessero già fatto due sostituzioni consentendo loro l’ingresso del portiere di riserva in sostituzione di un altro calciatore.

A questo campionato il Cagliari si presenta con un nuovo allenatore, trattasi dell’uruguayano Oscar Washington Tabarez, già commissario tecnico della propria nazionale ai mondiali italiani del 1990. Aldilà dell’allenatore, le novità nella rosa non sono tante, ma comunque importanti. A partire dal capitano Matteoli che va a concludere la sua bellissima carriera al Perugia, in Serie B. Le poche novità in arrivo riguardano Lantignotti, talentuoso centrocampista di scuola Milan che, proprio durante la sua permanenza in rossoblù, subirà un brutto infortunio che ne condizionerà la carriera, e Berretta, altro centrocampista, proveniente dalla Roma, operazione che rientra nell’ottica della cessione di Moriero, passato alla squadra capitolina. Altra partenza è quella di Marcolin, rientrato per fine prestito alla Lazio. E con queste poche varianti il Cagliari si presenta ai nastri di partenza della stagione. Ma la novità più importante nella rosa è ancora ad arrivare, perché nel mercato di riparazione arriva un attaccante che si ritaglierà un importante spazio non solo nella stagione ma anche nella storia rossoblù. Si tratta di Roberto Muzzi, proveniente anch’egli dalla Roma, squadra con la quale inizierà la stagione totalizzando due presenze in campionato, l’ultima delle quali alla nona giornata, quella precedente l’esordio con la maglia del Cagliari, nel vittorioso confronto interno contro il Genoa. Nello stemma apposto sulle divise da gioco, appare una piccola fascia tricolore, con anche indicato l’anno, a ricordare la vittoria dello Scudetto 1969/70.

La partenza in campionato del Cagliari è un po’ a rilento in quanto a punti in classifica ma la squadra convince da subito. Due sconfitte ricche di rimpianti col minimo scarto nelle prime trasferte (prima e terza giornata a Firenze e sul campo del forte Parma) con in mezzo un bel pareggio contro il Milan Campione nell’esordio al Sant’Elia. Poi la squadra cambia marcia portandosi in zone più nobile della classifica.

Le successive cinque partite vanno in perfetta media con tre vittorie interne e due pareggi in trasferta e si arriva a inizio dicembre con una sola sconfitta nelle successive quattro gare, con un bel settimo posto in una classifica guidata dal sorprendente Parma e con la rivelazione Bari (neopromosso e sul cui campo il Cagliari ha ottenuto un buon pareggio) addirittura al quarto posto. E a pari punteggio con squadre decisamente più quotate come le milanesi. Va detto che il sesto posto, che potrebbe portare all’ammissione alla Coppa U. E. F. A. della stagione successiva, è un po’ distante, cinque punti, ma con tutto il campionato da giocare e il premio di tre punti per la vittoria tutto è possibile.

L’anno solare 1994 si chiude un po’ in sordina con due sconfitte nei due consecutivi turni fuori casa che il calendario impone. La prima sul campo del Padova, altra neopromossa, con, se non altro, la buona notizia della prima rete di Muzzi in rossoblù. La seconda, l’ultima prima della pausa di fine anno, è un brutto rovescio, 5-0 sul campo della Sampdoria. Risultato che fa scivolare i rossoblù nelle zone di medio bassa classifica con, tuttavia, un buon margine di sicurezza sulla zona pericolo.

Con l’arrivo del nuovo anno solare il Cagliari torna a cambiare passo riportandosi, ancora una volta, nelle zone che più rispecchiano il valore di una squadra che gioca un buon calcio, votato più all’offesa che alla difesa. Ed’ è proprio il neoacquisto Muzzi che trascina i rossoblù in una serie positiva di otto partite senza sconfitte, in sette delle quali il tabellino marcatori registra il suo nome.

Siamo a cavallo tra la fine del girone di andata e l’inizio di quello di ritorno e in questo lasso di tempo ricordiamo l’ultima del girone di andata che registra un memorabile successo, con il punteggio di 3-0, al Sant’Elia sulla capolista. Che non è più il Parma ma la Juventus. Gara nella quale vanno a segno tutti e tre gli attaccanti che Tabarez abitualmente schiera, cioè Dely Valdes, Muzzi e Oliveira. E girone di ritorno che inizia sulla falsariga del finale di quello di andata con quattro vittorie, tra cui quella sull’altra contendente per lo scudetto, cioè il Parma, e un pari nelle prime cinque partite e classifica che vede il Cagliari al sesto posto ed in piena corsa per un posto nelle Coppe Europee della stagione successiva.

Ed è proprio sul più bello che la serie positiva si arresta bruscamente con tre sconfitte consecutive. Una delle quali viene patita al Sant’Elia, che fino a quel momento era stato un fortino inespugnabile. Ma il Cagliari non si arrende e centra altri cinque risultati positivi, arrivando così a quello che sarà il decisivo momento per il suo campionato in piena corsa per un posto in Europa, quando mancano quattro partite alla fine.

È la vigilia della gara contro la Sampdoria, con il Cagliari settimo e partita da giocare in un Sant’Elia che ha visto i rossoblù ottenere undici vittorie e tre pareggi in quindici gare e con tre punti di vantaggio in graduatoria sugli avversari. Insomma, una partita con la vittoria a portata di mano, il momento giusto per dare l’accelerata decisiva nel finale di campionato. Invece succede che i rossoblù rimediano una sconfitta che comprometterà i loro sogni di gloria, anche se c’è un prestigioso colpo di coda sette giorni dopo nello scontro diretto sul campo dell’Inter, che si chiude con un successo, che mancava dalla stagione 1981/82, che porta i rossoblù a scavalcare in classifica la stessa Inter al sesto posto a centottanta minuti dalla fine dei giochi con, ancora una volta, una partita decisiva da giocare al Sant’Elia contro un Napoli sotto di quattro punti in classifica.

Ma, ancora una volta, la tensione gioca un brutto scherzo ai rossoblù che steccano ancora nel momento decisivo rimediando un’altra sconfitta. A questo punto il Cagliari è ancora sesto e quindi teoricamente con un posto in Coppa U. E. F. A. e il calendario offre loro un ultimo decisivo appuntamento contro una squadra che nulla ha da chiedere alla classifica. Si tratta della gara a Torino contro una Juventus già matematicamente Campione e il Cagliari ha solo un risultato per sperare, cioè la vittoria.

Ma succede che da un lato c’è un Cagliari che non ci crede più e dall’altro una squadra decisamente più forte che non concede sconti e che vuole degnamente festeggiare davanti al suo pubblico. E così, anche se a mezz’ora dal termine la gara è in un risultato di parità che offre ancora speranza, la Juventus vince meritatamente con il punteggio di 3-1 e per il Cagliari è l’addio ai sogni di gloria con tanti rimpianti per essere mancato nei momenti decisivi di un campionato comunque da considerarsi positivo. E l’ultimo posto per le coppe europee se lo aggiudica l’Inter con perfino Napoli e Sampdoria, vincenti nell’ultimo turno, a scavalcare in classifica i rossoblù all’ultima giornata.

Analizzando i dati in classifica possiamo dire che al Cagliari è mancato, tra le altre cose, un rendimento esterno in linea con quanto di buono fatto vedere in casa. Infatti, mentre al Sant’Elia i rossoblù ottenevano un quarto posto sia per numero di punti che per numero di vittorie (solo Juventus, Lazio e Parma facevano meglio), in trasferta i successi sono stati appena due, meglio solo di tre delle quattro retrocesse, cioè Foggia, Reggiana e Brescia con queste ultime due uniche squadre senza successi esterni.

Tra gli altri primati di un campionato che riportava il successo della Juventus dopo otto stagioni di digiuno, molto sono stati proprio conquistati dalla squadra Campione, come il maggior numero di vittorie, ben ventitre su trentotto, contrapposte al minimo di pareggi e al minimo di sconfitte. E anche quello di successi esterni, ben undici in diciannove gare, nuovo primato assoluto migliorato.

Ai campioni anche primato stagionale per punteggio e reti in trasferta, mentre il Parma (secondo nella classifica finale a pari punti con la Lazio) sarà la migliore in casa per punteggio e numero di vittorie con Lazio migliore attacco e Roma migliore difesa (appena otto le reti subite in casa).

I primati negativi andavano alle ultime due in classifica, specialmente il Brescia, finito diciottesimo. Due squadre presto fuori da ogni speranza di evitare la retrocessione con la Reggiana, finita penultima, capace di conquistare un solo punto in trasferta. Le altre due retrocesse sono il Foggia, terzultimo e il Genoa che finiva quartultimo a pari punti col Padova, che vinceva ai calci di rigore lo spareggio post campionato disputato in campo neutro, a Firenze.

Per il Cagliari, che tra le diciotto squadre utilizzerà il minor numero di calciatori, appena diciassette, il primatista di presenze sarà Bisoli, che ha saltato una sola delle trentaquattro gare di campionato, mentre il miglior realizzatore, nonostante, per numero di presenze sarà solo tredicesimo, sarà Muzzi con dodici reti.