Campionato Serie A
Il Cagliari si presenta a questa stagione 1992/93 con una novità che, a ragion veduta, possiamo definire storica. Quella relativa al nuovo presidente, Massimo Cellino,
che ha rilevato la società alla fine della stagione precedente dalla famiglia Orrù. Con il cambio della presidenza il Cagliari esce da una dimensione calcistica un po’
romantica ed entra in una più moderna. Il nuovo presidente è entusiasta e si da subito un gran daffare. Anche se la prima mossa non è certo quella ideale per presentarsi
ai tifosi. Infatti viene ceduta al Napoli la stella Fonseca, che ritroverà così Ranieri, al Napoli.
A parte questo particolare non di poco conto, la campagna trasferimenti si rivelerà, a ragion veduta, assolutamente efficace e il Cagliari ne uscirà rafforzato traendone
giovamento anche negli anni a venire.
Infatti le cessioni riguardano perlopiù calciatori che hanno avuto poco spazio in campo e che avranno occasione di avere più spazio nelle categorie inferiori come Greco,
che va al Cosenza, Mobili che va al Modena, Nardini che va alla Fidelis Andria e Pistella che va alla Lucchese.
Gli arrivi sono nomi decisamente più quotati. Come il leccese Moriero che, pur essendo giovane, 23 anni, vanta già più di ottanta presenze in Serie A con la maglia della
squadra della sua città. Comunque una delle prime operazioni del presidente Cellino è quella di riportare al Cagliari Pusceddu, che quindi, dopo un po’ di girovagare per
l’Italia, torna nella squadra nel cui settore giovanile è cresciuto e che lo ha fatto esordire in campionato. In attacco, settore orfano di Fonseca, le novità sono costituite
da Bresciani, centravanti proveniente dal Torino, e da un altro giovane attaccante che si ritaglierà un posto importante nella storia del Cagliari. E’ brasiliano di nascita
ma calcisticamente belga, proviene dall’Anderlecht, squadra con la quale, tra le altre cose, disputò uno spezzone della finale di Coppa Delle Coppe di due stagioni prima,
vinta dalla Sampdoria. Si Chiama Luis Oliveira, Lulù per tutti.
Altri arrivi in difesa sono quelli di due giovanissimi: Bellucci, proveniente dal Bari, e Pancaro, proveniente dalla Serie C2 ma calcisticamente cresciuto nel Torino.
Infine, l’acquisto di Sanna dal Tempio, che porta a quattro la pattuglia di calciatori sardi in rosa e quello di un uruguayano di belle speranze che troverà, però, poca
fortuna, Si tratta di Marcelo Tejera ed è un arrivo che ci fa capire la novità riguardo il numero di stranieri tesserabili. Si può aumentare il numero di tre calciatori
esteri in rosa in vigore fino alla stagione precedente (infatti il Cagliari ne ha quattro) a patto che in partita, tra calciatori in campo e in panchina, non si superi
comunque mai il numero di tre. Un altro elemento della rosa da citare è Cappioli che non è un nuovo acquisto ma che quasi lo si può considerare tale, visto che la stagione
precedente un bruttissimo infortunio lo ha messo fuori casa già alla seconda giornata. Tutto questo agli ordini del confermato Mazzone in panchina.
Il calendario mette subito sulla strada del Cagliari due big, la Juventus al Sant’Elia e l’Inter in trasferta. L’andamento sarà lo stesso che si ripeterà nelle successive
due giornate, cioè pari interno e sconfitta esterna. Il primo successo lo si ottiene alla sesta giornata, allorquando si sconfigge la Roma, avvenimento che non si verificava
dalla stagione 1980-81. Dopo la terza sconfitta nelle tre trasferte, che avverrà nel turno successivo in casa della Sampdoria, il Cagliari cambia passo ottenendo una serie di
tre vittorie consecutive, due delle quali in trasferta. Questo trend positivo viene interrotto dall’inattesa sconfitta interna contro il Parma, che dimostra di essere
episodica perché precede altre due vittorie consecutive, una delle quali, ancora una volta, in trasferta. Un rendimento, dunque, che, alla lunga distanza parla di sei
vittorie e due sconfitte tra la quinta e la dodicesima giornata. E che porta il Cagliari ad un bellissimo terzo posto ad una lunghezza dal secondo, occupato dall’Inter, di
una classifica che vede il Milan già in fuga fin dalle prime battute del campionato.
In questo lasso di tempo è importante notare la partenza, destinazione Napoli, di Bresciani, l’unica prima punta nella rosa rossoblù. Che palesa un’altra novità nelle regole
del calciomercato con un calciatore che può cambiare squadra durante il mercato di riparazione e giocare nella stessa categoria (prima doveva cambiarla).
La parte finale del girone di andata vede i rossoblù segnare un po’ il passo con quattro partite che ricalcano l’andazzo della parte iniziale del torneo, cioè sconfitta
esterna e pari interno, prima che la vittoria dell’ultima di andata consenta ai rossoblù di tagliare la prima metà del campionato, a gennaio, con un brillante settimo posto
ad appena due lunghezze dal terzo, occupato dalla sorprendente Atalanta. In questo mese da ricordare una storica gara al Sant’Elia il giorno tre non tanto per motivi
strettamente tecnici, quanto per il fatto che si gioca con il manto erboso ricoperto di neve e il pallone colorato di rosso, una novità assoluta nella storia dello stadio
cagliaritano.
Il girone di ritorno parte con una sconfitta sul campo della Juventus ricca di rimpianti perché maturata ad una manciata di minuti dal termine e perché un calcio di rigore
sbagliato dal Cagliari nel secondo tempo, sul punteggio di parità, avrebbe potuto indirizzare la gara per i rossoblù in tutt’altra direzione se fosse stato realizzato.
Il Cagliari riprende il suo bel passo in campionato con altri quattro risultati utili tra cui una vittoria di prestigio sul campo della Lazio, squadra che precede i rossoblù
in classifica, che non si verificava dai tempi di Riva. L’ultimo di questi quattro risultati è un pareggio sul campo della Roma, alla 24ma, che è il primo in trasferta in
questo campionato che, fino a quel momento, aveva visto i rossoblù senza mezze misure in trasferta.
A questo punto della stagione il Cagliari conferma la sua bassa tendenza al pareggio inanellando una serie di sette gare dall’andamento sempre uguale. Vittoria interna
seguita da sconfitta esterna, l’ultima della quale sarà quella contro il Napoli della 29ma giornata. Nelle ultime cinque giornate i rossoblù coglieranno quella serie di
risultati che consentirà loro di ottenere una inattesa qualificazione per la Coppa U. E. F. A. della stagione successiva. In questo quintetto di risultati, d’obbligo citare
il clamoroso successo ottenuto con il punteggio di 5-0 sul campo del Torino. Il giorno del trionfo è l’ultima di campionato con Inter e Lazio già certe di due dei posti per
la Coppa Uefa della stagione successiva e Juventus, Sampdoria, Cagliari, Torino e Atalanta a contendersi gli altri due.
Gli impegni sulla carta più facili sono quelli della Juventus, a cui basta un punto, che gioca in casa contro una squadra che nulla ha più da chiedere al campionato, la Lazio,
ma anche quello di Cagliari e Atalanta che giocano contro le ultime due, già retrocesse, cioè Pescara e Ancona. I rossoblù hanno il vantaggio del fattore campo e di un punto
in classifica sull’Atalanta. Il Torino è in trasferta sul campo di un’Inter anch’essa senza nulla da chiedere alla classifica. Più impegnativa la partita della Sampdoria, che
gioca in casa di un Brescia che lotta per evitare la retrocessione. Il Cagliari mette subito il suo risultato al sicuro con due reti nei primi cinque minuti e la fisionomia
della classifica si chiude agli inizi dei secondi tempi col Torino irrimediabilmente in svantaggio e la voglia di evitare la retrocessione da parte del Brescia che prevale
sulle ambizioni europee della Sampdoria, rendendo inutile il successo dell’Atalanta ad Ancona. E così il sogno del Cagliari si realizza con la storica qualificazione alla
Coppa U. E. F. A. della stagione successiva, avvenimento che non si verificava dalla stagione 1971-72, anche in questo caso erano i tempi degli Scopigno e dei Riva. Questa
memorabile stagione si chiude con l’annuncio, proprio dopo il triplice fischio della trionfale gara contro il Pescara, dell’addio del direttore sportivo Carmine Longo,
personaggio che ha fatto la storia del Cagliari risultando determinante per la sua rinascita e il suo rilancio. La convivenza tra uno abituato ad avere buona libertà di
azione nel suo lavoro e un autocrate come il nuovo presidente Cellino è impossibile.
Non meno avvincente è stata la lotta per non retrocedere con Brescia, Fiorentina, Genoa e Udinese che arrivavano racchiuse nello spazio di tre punti all’ultimo atto del
campionato con soli due posti per quattro per la stagione successiva, essendo già, come detto, matematicamente retrocesse Ancona e Pescara. Alla fine la spuntava su tutti il
Genoa, la squadra che partiva con un punto di vantaggio e che ottiene nell’ultimo turno il punto necessario. L’Udinese, un punto sotto il Genoa, pareggiava anch’essa e veniva
raggiunta in classifica da Brescia e Fiorentina, vincenti nell’ultima giornata. La stesura della classifica degli scontri diretti decretava la clamorosa retrocessione della
Fiorentina, dopo più di cinquant’anni e la disputa di uno spareggio tra Brescia e Udinese, vinto da questi ultimi.
In cima alla graduatoria la lotta per il primato, come la stagione precedente, ha avuto poca storia con il Milan che si conferma Campione D’Italia, conoscendo la sua prima
sconfitta solamente alla 24ma giornata, che poneva fine ad una imbattibilità che durava da 58 partite. I rossoneri hanno comunque, per il secondo anno di fila, chiuso il
campionato senza sconfitte esterne e ottenevano anche i primati stagionali di migliore attacco (sia assoluto che esterno) e migliore difesa. Il Cagliari coronava il suo
splendido campionato ottenendo a sua volta un primato stagionale, quello della difesa meno battuta in casa con appena dieci reti al passivo. Ed è stata la difesa uno dei
punti di forza dei rossoblù visto che nel totale subivano appena una rete in più della squadra meno battuta, quella del Campioni D’Italia, appunto. In questo campionato
solamente l’Inter chiudeva senza sconfitte interne mentre senza vittorie esterne rimanevano Ancona e Udinese. Da sottolineare il boom in fatto di segnature in campionato,
con 858 segnature, ben 63 in più rispetto alla stagione precedente.
Per il Cagliari sono scesi in campo in questo torneo ventuno calciatori. Ielpo è stato il più presente di tutti in quella che sarà la sua ultima stagione in rossoblù, avendo
giocato tutte le trentaquattro partite. Il primato di squadra per quanto riguarda i realizzatori, dopo la cessione al mercato autunnale della principale prima punta, cioè
Bresciani, sarà diviso tra più calciatori con un numero non eccessivo di reti. Trattasi di Cappioli, Francescoli, Oliveira e Pusceddu con sette reti ciascuno.