Campionato Serie A
In questa stagione 1991-92 il Cagliari si presenta con in più la preziosa dote di un anno di esperienza maturata nella massima Serie. E con in meno il condottiero che
l’aveva guidato nelle ultime tre stagioni, portandolo a due promozioni consecutive, alla vittoria di una Coppa Italia di Serie C e alla conferma della categoria.
Claudio Ranieri, infatti, accetta di allenare l’ambizioso Napoli del dopo Maradona.
La panchina rossoblù viene affidata ad un tecnico da un po’ di tempo lontano dalla Serie A, per l’esattezza dalla stagione 1982-83 allorquando guidò,
con risultati disastrosi, proprio il Napoli, ad inizio stagione, prima di essere esonerato. Dopodichè solo sporadiche apparizioni in Serie B, quasi tutte negative.
Si tratta di Massimo Giacomini e il nome scelto per sostituire Ranieri lascia più di qualche perplessità, confermata dall’infelice esordio stagionale, in Coppa Italia,
con l’eliminazione per opera del Como, squadra di Serie C1.
Perplessità che vengono momentaneamente cancellate da un brillante esordio in campionato allorquando, esattamente come accaduto un anno prima contro il Napoli, i rossoblù
infliggono la prima sconfitta stagionale ai danni della squadra Campione D’Italia in carica, in questo caso la Sampdoria. Una vittoria in rimonta con il punteggio di 3-2
rimasta memorabile, anche per le prodezze di Francescoli. Ma è solo un fuoco di paglia, perché le perplessità della vigilia vengono confermate dall’immediato prosieguo del
campionato, che vede i rossoblù sconfitti nelle successive cinque gare, con la squadra che precipita al penultimo posto. E con, per giunta, ben tre espulsioni.
Oltre a questo, ma qui l’allenatore non c’entra niente, si deve registrare anche il gravissimo infortunio al ginocchio di Cappioli. Per lui il campionato finisce dopo poco
più di un centinaio di minuti di calcio giocato, alla seconda giornata, a causa di una zolla del pessimo terreno del Meazza di Milano.
L’esonero del tecnico è inevitabile e il nome scelto per sostituirlo è una garanzia. Si tratta di Carlo Mazzone che parte benissimo con un pari interno contro l’Inter e una
vittoria a Bergamo. La vittoria sul campo dell’Atalanta, che è il secondo successo stagionale, datato 27 ottobre, rimane, però, per lungo tempo, un episodio sporadico, visto
che nelle successive quattordici giornate di vittorie se ne conta solo un’altra, quella interna datata 1 dicembre contro l’Ascoli. Ciononostante, il Cagliari rimane sempre
con il quintultimo posto, cioè l’ultimo utile per la conferma della categoria, sempre in vista, occupando perlopiù il quartultimo. Questo perché fin dalle prime battute del
campionato ci sono tre squadre, precisamente il Bari e le neopromosse Ascoli e Cremonese, che rimangono attardate in classifica fin dall’avvio senza mai riuscire ad uscire
dal quartetto delle retrocesse.
La posizione privilegiata, rispetto a loro, del Cagliari, rimane nonostante gli scontri diretti con Bari e Cremonese abbiano fruttato un solo punto ai rossoblù.
E comunque della già citata serie di quattordici gare con una sola vittoria, ben sette sono i pareggi e nelle retrovie della classifica la politica dei piccoli passi paga,
visto il lento andamento della concorrenza. La squadra sulla quale il Cagliari, in questo lasso di tempo, deve fare la sua corsa è il Verona, avvantaggiato sui rossoblù anche del successo nello scontro diretto disputato in veneto, che costa la panchina a Giacomini.
La serie termina proprio alla vigilia della gara di rivincita del girone di ritorno contro i veneti, e il Cagliari torna al successo proprio nella giornata più importante.
Un netto 4-0 che porta i rossoblù a raggiungere il Verona in classifica. Questa vittoria segna il cambio di passo decisivo per il Cagliari perché apre una serie di undici
gare dove i rossoblù non vengono mai sconfitti. In questo lasso di tempo merita citazione un altro 4-0 interno, vittima la Fiorentina e il pareggio a reti bianche sul
difficile campo della Juventus, formazione che si classificherà al secondo posto. Importanti da segnalare sono anche i numeri della difesa, capace di rimanere imbattuta per
le quattro partite tra i due 4-0, tra la 23ma e la 26ma giornata.
A trascinare i rossoblù verso la conferma della categoria, tra gli altri, i due uruguayani Francescoli e Fonseca che, una volta ambientatisi nel calcio italiano, mostrano
tutto il loro valore. Il primo con lampi di classe di altissima scuola che deliziano i tifosi, il secondo con una incidenza in fase realizzativa a volte devastante.
Un problema per il Cagliari, riguardo Fonseca, è che il suo rendimento è stato limitato da qualche infortunio di troppo che ha condizionato il campionato del Cagliari,
anche perché gli attaccanti mandati in campo al suo posto (Criniti e Pistella) sono ben lungi dal suo livello.
I rossoblù terminano il campionato realizzando appena una rete nelle ultime cinque partite, ma è una di quelle reti pesantissime e decisive, che consentono di chiudere il
discorso salvezza con un po’ meno di patemi rispetto ad un anno prima, ad inizio maggio, tra la 31ma e la 32ma di campionato. Tutto questo nonostante il punteggio finale in
classifica sia lo stesso di un anno prima. La rete di cui parliamo è quella con la quale Fonseca consente al Cagliari di espugnare Cremona. Risultato che, combinato con la
contemporanea sconfitta del Bari, quartultima in classifica e ultima antagonista del Cagliari, visto il crollo del Verona dopo la partita del Sant’Elia, pone i rossoblù, che
li precedono immediatamente in classifica, proprio alla vigilia dello scontro diretto, con un vantaggio di sei punti a tre gare dal termine. Il che significa che è
sufficiente un pareggio per ottenere la matematica certezza della conferma della categoria. Ed è proprio questo il risultato che matura al Sant’Elia tra Cagliari e Bari.
Risultato che sancisce contemporaneamente sia la salvezza del Cagliari che la retrocessione della squadra pugliese e, di conseguenza, di tutto il quartetto delle squadre
destinate al campionato di Serie B della stagione successiva con le già citate Verona, Cremonese e Ascoli a seguire il destino del Bari. Proprio all’ultima giornata termina
la serie positiva dei rossoblù, sconfitti in casa dalla Lazio.
La restante storia del campionato parla dell’inizio dell’epoca del Milan invincibile, che stravince il campionato senza subire nemmeno una sconfitta, diventando la prima
squadra nei tornei a diciotto squadre a riuscirci e eguagliando l’impresa del Perugia nel torneo a sedici squadre 1978-79. Un campionato meno avvincente del solito sia in
testa che in coda, dato il dominio dei vincitori e lo scarto di ben sette punti rifilato da Cagliari e Genoa (classificatesi a pari punteggio) sul Bari quartultimo, la
migliore delle retrocesse.
I primati stagionali sono stati quasi del tutto totalizzati dalle squadre all’estremo della classifica, cioè il Milan (quelli positivi) e l’Ascoli (quelli negativi).
Eccezione l’hanno fatta in positivo le torinesi. L’ottimo Torino, terzo nella classifica finale, che è stata la miglior difesa sia in assoluto che per la gare esterne, e la
Juventus, migliore difesa interna e unica, con il Milan, senza sconfitte interne. In negativo il Verona, peggiore attacco e peggiore attacco esterno, in quest’ultimo caso
con appena cinque reti all’attivo, che è stata anche l’unica senza vittorie in trasferta.
Le novità dell’organico del Cagliari 1991-92 rispetto a quello di un anno prima non sono tante, si è intelligentemente scelto di cambiare il meno possibile, visti i risultati
degli ultimi anni, e la scelta ha pagato e pagherà anche negli anni a venire. I trasferimenti più importanti riguardano una coppia di difensori che vanno entrambi
all’Atalanta. Trattasi della bandiera Valentini, che aveva fino a quel momento indossato solo i colori rossoblù, compresa la partenza dal settore giovanile, e Cornacchia.
I due sostituti in difesa non li faranno rimpiangere, visto che si tratta di Napoli, proveniente nientemeno che dalla Juventus, e di Villa, proveniente dalla Reggiana ma
cresciuto calcisticamente nel Milan e nel giro delle nazionali giovanili.
Napoli formerà, anche negli anni a venire, un’affiatatissima coppia difensiva con Firicano e si rivelerà, un po’ come Cornacchia e, a volte, perfino Valentini, efficace anche
in fase realizzativa nella sua milizia in rossoblù. In questo suo primo anno al Cagliari le reti realizzate saranno ben cinque, un ottimo bottino per un difensore.
Le altre partenze riguardano Rocco e Paolino che vengono entrambi dirottati dalla società proprietaria del loro cartellino, l’Inter, in Serie B, al Venezia, di Coppola, anch’egli in B al Cosenza e di Pulga, anch’esso calciatore di lunga milizia in rossoblù, che passa all’emergente Parma, formazione che si ritaglierà anche un importante vetrina internazionale anche se di questo complesso Pulga sarà solo un comprimario. Gli altri rinforzi riguarderanno il centrocampo, con Gaudenzi, proveniente dal Milan e l’attacco con Pistella, proveniente dal Barletta, squadra di Serie B e Criniti, in arrivo dal Catanzaro, squadra di Serie C1. Infine l’arrivo di uno sconosciuto mediano dalla Serie C2, cioè Bisoli, che sarà la sorpresa in positivo della stagione.
Una stagione sportiva che termina con un inatteso colpo di scena per il Cagliari, con il passaggio della proprietà dai fratelli Orrù al trentacinquenne Massimo Cellino, che
resterà per un ventennio alla guida della società diventando, a tutt’oggi, il presidente più a lungo in carica della storia del Cagliari. Per il quale, in questa stagione,
scenderanno in campo ventidue calciatori con Ielpo il più presente, disputa tutte le trentaquattro partite e Fonseca migliore realizzatore con nove reti.