Campionato Serie A
La stagione 1970/71 presenta ai nastri di partenza un Cagliari con il tricolore sul petto ed è il campionato della nazione vicecampione del mondo, avendo
l’Italia ottenuto il secondo posto nel Campionato mondiale disputato in Messico e nel quale i rossoblù convocati hanno fatto in pieno la loro parte. Tra
questi, naturalmente, Riva che è anche giunto terzo nella classifica del pallone d’oro, il premio al migliore calciatore europeo, un anno dopo essere
finito secondo.
La squadra è reduce da un secondo posto ed un primo posto nelle ultime due stagioni, è fortissima e le variazioni nella rosa sono ridotte ai minimi
termini e riguardano la difesa con Zignoli che torna al Milan, la squadra dove era calcisticamente cresciuto, e che viene rilevato da De Petri,
proveniente dal Lane Rossi Vicenza. Altra importante novità, che non riguarda i calciatori, è l’inaugurazione del nuovo stadio, il “Sant’Elia”, capace di
oltre 60mila spettatori, al posto del vecchio e glorioso stadio “Amsicora”, che ha visto i grandi trionfi del Cagliari. Con tutte queste premesse è logico
continuare a sognare e i favori del pronostico sono tutti per i rossoblù che, tra le altre cose, dovranno difendere il prestigio dell’Italia nella
manifestazione continentale più prestigiosa, la Coppa Campioni.
Le prime giornate confermano le previsioni che vedevano un Cagliari protagonista, alla quarta i rossoblù, primi in classifica, sono di scena allo stadio di San Siro di Milano, ospiti dei vicecampioni dell’Inter, che sono un punto sotto e cercano il sorpasso. Accade invece che il Cagliari stravince aldilà del punteggio di 3-1 confermando il primo posto e con Riva capocannoniere. E’ il 25 di ottobre, il Cagliari in Coppa Campioni è già al secondo turno e ha già sconfitto nella gara di andata l’Atletico di Madrid. Insomma, tutto sembra andare per il meglio ma di lì a poco le cose prenderanno una piega negativa che comprometterà la stagione dei rossoblù. Il sabato successivo, infatti, Riva, impegnato con la Nazionale a Vienna, subisce un grave infortunio che lo terrà a lungo lontano dai campi di gioco e la stagione del Cagliari è bella che rovinata da subito.
Giovedì arriva l’eliminazione dalla Coppa Campioni, domenica il pareggio interno contro il Foggia che fa perdere per la prima volta la testa della classifica dopo più di un anno.
Viene frettolosamente acquistato un attaccante per sopperire, almeno numericamente, all’assenza di Riva e così arriva, dal Brescia, Menichelli, ex calciatore, tra le altre, di Roma e Juventus ma che è oramai agli sgoccioli della carriera e darà un modesto contributo alla causa. I rossoblù cercano coraggiosamente e orgogliosamente di rimanere nella scia dei migliori e riescono a tenere un dignitoso terzo posto fino all’inizio del 1971, con il pareggio per 0-0 sul campo del Torino del 3 gennaio, poi crollano. Arriva, infatti, una serie nera di quattro partite nelle quali si raccoglie un solo punto che, unito al citato pareggio di Torino, diventa una cinquina di partite consecutive senza nemmeno una segnatura. L’apice in negativo si ha con la sconfitta del 17 gennaio, quando la capolista Milan maramaldeggia al Sant’Elia vincendo 4-0 anche a causa di una incredibile giornata no del grande Albertosi che, con il Cagliari sotto di tre reti, chiede addirittura il cambio nell’intervallo.
Il campionato prosegue avaro di soddisfazioni per i rossoblù e quando rientra a disposizione Riva, il 14 marzo per la partita contro la Juventus in un Sant’Elia pieno per l’occasione, il Cagliari ha poco da chiedere alla stagione. C’è spazio per il ritorno al gol del bomber che nelle ultime quattro giornate segna una rete a partita. Per un curioso gioco del destino, Riva totalizza lo stesso numero di presenze di colui che è stato acquistato dopo il suo infortunio, Menichelli, che, però, chiude la stagione e la sua esperienza in rossoblù senza alcuna rete. La stagione del Cagliari si conclude con un bel successo interno sul Verona che passerà alla storia per il clamoroso exploit del terzino Mancin, autore di tre delle quattro reti (ad una) con le quali i rossoblù affossano gli avversari.
Per il Cagliari scenderanno in campo diciotto calciatori, tra cui l’esordiente portiere Tampucci e saranno due quelli che giocheranno tutte trenta le partite, cioè Domenghini, autore di una grande stagione, e Nenè.
Nonostante le sole tredici partite disputate, Riva risulterà il migliore realizzatore, insieme a Domenghini, con otto reti all’attivo.
In campionato la squadra che parte meglio è il Napoli, che tiene la testa della classifica (anche se non sempre da solo) nelle prime nove giornate, fino a quando soccombe in casa alla decima giornata al cospetto del Milan, che lo seguiva ad un punto e che, quindi, lo scavalcava avviando a sua volta un dominio sul campionato che lo vede in testa per le successive tredici giornate, nell’ultima delle quali, viene raggiunto dall’Inter che, partita incerta, avvia una irresistibile rimonta. Il Milan, campione d’inverno, viene raggiunto dai concittadini alla 22ma giornata e superato definitivamente nel turno successivo con i nerazzurri che si laureano campioni con centottanta minuti di anticipo sulla fine del campionato.
Molta incertezza in coda alla classifica. La prima squadra a cadere è il Catania che, alla 28ma giornata, viene sconfitto in casa nello scontro diretto dal Verona perdendo qualsiasi velleità, dal punto di vista matematico, di ottenere la salvezza. Rimangono a due gare dal termine otto squadre racchiuse in cinque punti, a cercare di evitare i rimanenti due posti per la Serie B. Alla penultima di campionato si aggiudica, suo malgrado, uno di questi due posti, la Lazio, che perde anch’essa in casa uno scontro diretto, contro il Lane Rossi Vicenza. L’ultima di campionato decide il terzo posto retrocessione con Fiorentina, Foggia, Lane Rossi Vicenza, Sampdoria e Varese a cercare di evitarlo e con due scontri diretti Lane Rossi Vicenza-Sampdoria e Varese-Foggia. Finisce con Fiorentina, Foggia e Sampdoria a pari punti al terzultimo posto.
La spunta, ancora una volta, la Sampdoria, da anni abituata a giocarsi la salvezza all’ultima giornata e che riesce, anche quest’anno, a confermare la categoria.
E la spunta anche la Fiorentina, la più grossa delusione del campionato (erano i Campioni d’Italia appena due anni prima) e per entrambe queste due squadre la retrocessione viene evitata per la differenza reti a scapito della terza retrocessa che è il neopromosso Foggia. Per i pugliesi un verdetto che sa un po’ di beffa, visto che per buona parte del torneo, sono stati ritenuti, con pieno merito, la squadra rivelazione del campionato. Pagano il basso numero di punti esterni, solo sei, nessuno ha fatto peggio.
Questo campionato si conclude senza nessun campo inviolato e con una sola squadra (il Torino, che avrà anche il peggiore attacco in trasferta) senza vittorie esterne. Tra le curiosità il fatto che tra le sei squadre con meno sconfitte interne (una) figura il nome di una delle retrocesse (il Foggia). Sempre in coda alla classifica da rimarcare il comportamento della Fiorentina che riesce ad evitare la retrocessione pur avendo avuto un disastroso rendimento interno, evidenziato da vari primati negativi stagionali: quello dei punti ottenuti (undici), delle vittorie, (appena una, primato assoluto negativo per i campionati a 16 squadre fino a quel momento), del numero di sconfitte (cinque) e delle reti subite (ventuno). Di contro, il rendimento esterno con quattordici punti conquistati (solo le prime tre faranno meglio), le sole tre sconfitte patite (peggio solo rispetto alle prime due) e la migliore difesa in assoluto lontano dalle mura amiche.