Campionato Serie A
Ci sono tante note di assoluto rilievo per il Cagliari edizione 1966/67. Quella più eclatante è da considerarsi, senza la minima ombra di dubbio, la definitiva esplosione del bomber Gigi Riva. Che arriverà alla consacrazione per un calciatore del suo ruolo: si laureerà capocannoniere del campionato. Ma tra i rossoblù non sarà solo Riva a strabiliare, come stiamo per vedere.
Analizziamo, tanto per cominciare, le novità dell’organico. Poche ma importanti. A partire dall’allenatore. Non più Silvestri. Il mister delle due promozioni e della memorabile salvezza, va a coronare il grande sogno di sedere sulla panchina della propria squadra del cuore. Nella fattispecie il Milan. Lo rimpiazza Scopigno, reduce da un esonero al Bologna dopo quattro splendide annate al Lane Rossi Vicenza.
In questa stagione arrivano in rossoblù calciatori emergenti che poi, alla prova del campo, si riveleranno fortissimi. Grande artefice di questo è, ma non solo da questa stagione, il braccio destro del presidente Enrico Rocca. Cioè Andrea Arrica, dirigente e impareggiabile uomo mercato. Che, partendo anch’egli con il Cagliari in C, portò Riva in rossoblù e la squadra in A per la prima volta nella storia. Per dare un’ulteriore sottolineatura al suo straordinario intuito, basti vedere chi c’è a difendere i pali della porta rossoblù.
Nonostante in rosa si trovino due portieri che nella precedente stagione si sono alternati in campionato con buon rendimento, e cioè i confermati Mattrel e Pianta, arriva un tal Reginato. Estremo difensore con in carriera buone esperienze agli esordi in Serie C col Treviso ma appena 31 presenze nelle tre successive stagioni di Serie A, prima un biennio come secondo al Torino, poi una buona annata proprio nella squadra dove Scopigno si è distinto come allenatore, il Lane Rossi Vicenza. Evidentemente da un ambiente fidato e conosciutissimo dal tecnico arrivano ottime referenze e il portiere sbarca così in Sardegna.
Con Reginato, il Cagliari troverà, inaspettatamente, un portiere bravissimo e dallo straordinario rendimento. Capace di polverizzare il record di imbattibilità per un estremo difensore, che durava da ben diciannove stagioni. Infatti i rossoblù, con lui tra i pali, rimangono senza subire reti per le prime sei giornate, arrivando al settimo turno con la prospettiva di ottenere il primato. E Reginato lo ottiene alla grande, parando perfino un calcio di rigore. Solamente a nove minuti dal termine della partita dell’ottava giornata, il portiere rossoblù si deve arrendere, dopo 711 minuti! Primato non solo personale, ma anche primato assoluto di squadra come imbattibilità iniziale di campionato, per le reti passive. Nessuna squadra, nei campionati come questo, con il formato a 18 squadre, era mai riuscita ad arrivare all’ottava giornata con la porta inviolata!
Oltre al portiere, le novità più importanti sono in attacco, dove registriamo in uscita, dopo tre anni condite da una promozione e da una storica salvezza, la cessione di Cappellaro, che passa al Genoa, e la mancata conferma del deludente peruviano Gallardo, che torna in Sudamerica. In entrata abbiamo un altro importantissimo arrivo: quello dell’emergente Boninsegna che formerà con Riva un duo d’attacco talvolta devastante. Proviene dal Varese, desideroso di riscatto dopo la retrocessione in B. Chiude la carriera Mazzucchi e a completare la rosa arrivano l’attaccante Ciocca dal Palermo e i centrocampisti Brando dal Prato e Tiberi, che proviene dal Lane Rossi Vicenza, dove è stato allenato dallo stesso Scopigno.
Il campionato del post mondiale d’Inghilterra, disastroso per l’Italia, parte con una novità, quella del numero delle retrocessioni: viene infatti deciso di ridurre il formato del campionato per la stagione successiva da diciotto a sedici squadre, allo scopo di dare più spazio ad una Nazionale da rifondare e per questo ci sarà una retrocessione in più (quattro anziché tre). Per il Cagliari, come detto, l’avvio vede lo zero in classifica relativo alla casella delle reti subite nelle prime sette giornate. Conseguenza ovvia, primi sette turni senza sconfitte e tutti i pareggi (che saranno tre) sono a reti bianche. Il posto occupato è solo il terzo perché la squadra da battere è sempre l’Inter di Helenio Herrera, che vince tutte le prime sette gare e perché parte alla grande anche il Napoli, che precede di un punto i rossoblù.
All’ottava, lo scontro diretto di Torino tra il Cagliari e la Juventus (terza anch’essa), vede la prima sconfitta per il Cagliari con i bianconeri che si lanciano così all’inseguimento dell’Inter, che interrompe la striscia di vittorie col pareggio interno contro la Roma.
Da questo momento in poi, il discorso scudetto è una lotta a due tra Juventus e Inter. Con la formazione lombarda a fare da lepre e la Juventus sempre, costantemente, tenacemente, alle calcagna. L’unica giornata in cui i bianconeri toccano la vetta è la dodicesima quando, vincendo a Venezia, agganciano l’Inter, sconfitta sul campo della Lazio. L’arrivo della primavera sembra segnare la svolta a favore dell’Inter che arriva a staccare di quattro punti i rivali. La giornata decisiva sembra la trentesima: l’Inter impatta a Cagliari e la Juventus conosce quella che sarà la sua ultima sconfitta stagionale. Perde 3-1 contro il Milan e quattro punti da recuperare a quattro turni dal termine sembrano tanti.
Ma il calendario dà loro una mano perché la domenica successiva vincono a Torino lo scontro diretto, dimezzano lo svantaggio e riprendono a sperare. Il campionato si conclude nella maniera meno attesa con i bianconeri che scavalcano l’Inter proprio all’ultima giornata laureandosi così campioni d’Italia. Un verdetto un po’ beffardo per i nerazzurri che hanno tenuto la testa della classifica per tutte le prime trentatré giornate, ma un premio per una Juventus che ci ha sempre creduto e che, di contro, vince lo scudetto con la singolare caratteristica di occupare il primo posto solitario in classifica solamente per un turno, quello più importante, l’ultimo.
Per quanto riguarda il campionato del Cagliari, i rossoblù vivono uno splendido girone di andata, nel quale sono costantemente in zona scudetto. L’andata è chiusa a tre punti dalla vetta. Ma aldilà delle vittorie, il Cagliari entusiasma per le prodezze del suo bomber, che va a rete con straordinaria costanza e in maniera esteticamente esaltante. E l’entusiasmo non è solo per i tifosi rossoblù, ma per tutti i calciofili italiani perché Riva, oramai stabilmente nella Nazionale, sbalordisce per la sua potenza fisica e per il suo indomito coraggio agonistico.
Proprio all’ultima di andata le sue due reti che daranno la vittoria all’Amsicora ai rossoblù contro il Brescia, lo portano per la prima volta in testa alla classifica dei marcatori, dal quale più nessuno riuscirà più a spodestarlo. Il campionato prende una piega inaspettatamente negativa e sfortunata per il Cagliari a fine marzo. Riva è con la nazionale per la disputa dell’amichevole contro il Portogallo e in uno scontro con il portiere avversario si procura una frattura alla tibia che lo costringerà a disertare i campi di gioco per la rimanente parte della stagione.
Ciononostante, le 18 reti realizzate fino a quel momento dal bomber rossoblù saranno sufficienti a fargli vincere la classifica dei marcatori, chiudendo ad una media gol pazzesca per l’epoca e assolutamente ragguardevole anche per il calcio di oggi: 0.78, cioè una rete ogni 118 minuti di gioco, recuperi esclusi.
E’ comunque assolutamente esaltante il bilancio finale che parla di quaranta punti e di sesto posto in classifica. Con il capocannoniere del campionato e la porta meno violata di tutte. Diciassette reti subite, in media una ogni due partite! Al momento, nuovo primato assoluto.
I calciatori scesi in campo per il Cagliari saranno complessivamente diciotto e solamente cinque di loro riusciranno ad andare a segno, a sottolineare ulteriormente l’egemonia di Riva in attacco.
I più presenti (tutte le trentaquattro partite) saranno Greatti, Longoni e l’ottimo Boninsegna, compagno di reparto di Riva e vice bomber con nove reti. Con questo campionato il Cagliari non è più una sorpresa, oramai è diventato una realtà del calcio nazionale. Una grande e splendida realtà.
Tornando alla storia del campionato, si arriva a novanta minuti dal termine con ancora da assegnare lo scudetto e da evitare un posto retrocessione. Con la teorica possibilità di spareggio sia in testa che in coda. Infatti in fondo alla graduatoria solamente Foggia, Venezia e Lecco (queste ultime due neopromosse dalla B) sono, da un po’ di tempo, già condannate alla Serie B. Per stabilire gli ultimi verdetti, si è costretti a organizzare una coda al campionato, per assicurare contemporaneità e regolarità nello svolgimento delle gare. Questo perché l’Inter, ancora a caccia dello scudetto, disputava il mercoledì precedente l’ultima domenica di campionato, la finale di Coppa dei Campioni, e si è ritenuto opportuno fare arrivare, per quanto possibile, le due contendenti in condizioni di pari freschezza atletica.
Dunque ultima giornata spezzata in due con solo quattro partite la domenica e le restanti il giovedì successivo. Restanti gare che saranno ben cinque perché la Juventus affrontava la Lazio, che era a caccia della salvezza e allora anche le altre squadre impegnate per non retrocedere a giocare giovedì per il suddetto discorso di contemporaneità e regolarità.
Per la retrocessione si hanno tre squadre a pari punteggio (Lane Rossi Vicenza, Lazio e Spal) e il Brescia un punto più su a contendersi i tre rimanenti posti per la Serie A della stagione successiva. Il calendario darà una mano alla Spal, che affronta tra le mura amiche un Venezia già retrocesso. I successo dei ferraresi vale loro la conferma nella categoria. Un po’ più sofferta l’impresa del Lane Rossi Vicenza che pareggia in casa col Bologna e del Brescia che, pur sconfitto in casa dall’ottimo Cagliari, riesce a salvarsi grazie al punticino che aveva in più in classifica alla vigilia.
Alla fine la condanna arriva per la squadra col turno di calendario meno agevole. Cioè la Lazio, sconfitta sul campo di una Juventus in lizza per lo scudetto. I torinesi centreranno l’obiettivo beffando l’Inter che non riesce a capitalizzare un turno di calendario teoricamente più favorevole (affrontava, seppure in trasferta, un demotivato Mantova e verrà incredibilmente sconfitta). Tra i dati numerici da segnalare in questo campionato citiamo il primato assoluto di ben 22 pareggi in 34 gare per il Mantova e l’imbattibilità casalinga di Bologna, Cagliari e Juventus. I rossoblù sardi saranno anche la migliore difesa interna con appena cinque reti subite all’Amsicora (altro primato assoluto). Il migliore attacco sarà quello dell’Inter, la squadra migliore anche per rendimento esterno, con ben 10 vittorie e ventitré punti e ancora migliore attacco e miglior difesa in trasferta.
Di questa stagione del Cagliari ci piace anche sottolineare un’altra curiosità, una nota, è il caso di dirlo, di colore. Il fatto che si ha un’inversione nella gerarchia, per così dire, delle casacche di gioco. La tradizionale rossoblù diventerà la seconda, dando più spazio alle divise bianche. In questa stagione avremo una splendida maglia bianca a manica lunga con banda diagonale rossoblù, due anni più tardi ci sarà anche la versione a manica corta con una specie di cravatta rossoblù sul collo e i laccetti. Divise che saranno una delle tipiche icone del calcio italiano a cavallo tra la fine degli anni 60 e l’inizio del decennio successivo e che, si dice, sono state volute da Scopigno in persona. Forse per motivi scaramantici o forse perché, a suo dire, i calciatori si trovavano meglio tra loro sul rettangolo di gioco.
Tornando ad argomentazioni più calcistiche in senso stretto, abbiamo da raccontare due importanti avvenimenti, a fine stagione. Dal punto di vista tecnico la disputa da parte dei rossoblù di una tournee negli Stati Uniti D’America insieme ad altre formazioni europee, allo scopo di promuovere il calcio (da quella parti chiamato soccer) a quelle latitudini, abbinandosi alla squadra Mustangs di Chicago facendo una buona figura, senza tuttavia qualificarsi alla fase finale, e con Boninsegna capocannoniere. Tournee al termine della quale l’allenatore Scopigno, personaggio decisamente bizzarro e fuori dalle righe, verrà, un po’ misteriosamente, esonerato dal presidente Rocca. Ed è proprio dal punto di vista societario la seconda novità da registrare. Il Cagliari non attraversa un buon momento economico, si cercano nuovi finanziatori,
anche per evitare la vendita del gioiello Riva e la prima strada che si intraprende è quella dell’azionariato popolare, cioè l’acquisto, da parte dei tifosi, di quote societarie. I risultati non sono soddisfacenti ma arriva un gruppo di industriali milanesi che rileva la maggioranza azionaria della società. Si può continuare a sognare ma il presidente Rocca si trova, di fatto, esautorato e mal digerisce la novità.