La storia del Cagliari
Tutta la cronistoria rossoblù, partita per partita
1963/64
Campionato Serie B
Finalmente arriva il tanto atteso momento per il Cagliari: la prima, storica, promozione in Serie A. Promozione che suggella un continuo crescere dei risultati sportivi successivi alla retrocessione dalla B al termine della stagione 1959/60. Secondo posto in C nel 1960/61, primo posto con promozione l’anno successivo e scalata alla Serie A che arriva dopo un solo, ottimo, campionato di assestamento.

Visto il trend positivo, anche per questa stagione si sceglie di cambiare il meno possibile. E’, naturalmente, confermato alla guida tecnica Arturo Silvestri, l’allenatore della promozione dalla C che centra, per la seconda volta in tre anni sulla panchina rossoblù, il salto di categoria.

Rispetto alla rosa della stagione precedente l’unica novità di rilievo in uscita è costituita da Serradimigni, calciatore sardo che lascia la società rossoblù dopo una milizia di otto stagioni, sei in B e due in C, condite da un complessivo di 199 presenze e 32 reti tra Serie B, Serie C e Coppa Italia. In entrata le novità sono soprattutto nel reparto avanzato. L’acquisto più eclatante è quello di Renzo Cappellaro, un bomber di categoria con esperienza anche in Serie A con la maglia della squadra della sua città, il Lane Rossi Vicenza, nelle cui fila si distinse già da ragazzino ai tornei giovanili di Viareggio. Torneo del quale, a tutt’oggi, è il miglior realizzatore nella storia. L’attaccante viene prelevato dal Lecco e ha nel suo palmares anche un titolo di capocannoniere in B nella stagione 1961/62 con la maglia dell’Alessandria. Altri due acquisti proverranno dalla Serie C. Si tratta di Greatti, un centrocampista col vizio del gol, che proviene dalla Reggiana e che ha anch’egli esperienza in Serie A. E infine un tal Luigi “Gigi” Riva, attaccante mancino non ancora 19enne e del quale si dice un gran bene tra i giovani calciatori. Per lui stagione d’esordio, non ancora maggiorenne, con la maglia del Legnano l’anno precedente, tanto positiva da meritarsi la convocazione con la Nazionale di Serie C. Sapendo, a posteriori, come è andata la sua carriera, c’è chi ha definito quello operato dal Cagliari come l’acquisto calcistico del secolo. Una definizione non esagerata, visto che, di lì a pochi anni, questo quasi sconosciuto calciatore lombardo cambierà a livello nazionale la storia dello sport più popolare. Che, in Italia, è tradizionalmente dominato da un difensivismo a volte eccessivamente esasperato. E in un’epoca in cui molte partite terminano 0-0 e con una Nazionale che, nel dopoguerra, è passata dall’essere la più forte del mondo (due volte campione del mondo e una volta campione olimpica tra il 1934 e il 1938 con Vittorio Pozzo come Commissario Tecnico) all’umiliazione della mancata qualificazione ai mondiali (quelli del 1958), anche a causa della tragica fine del Grande Torino, Riva irromperà sulla scena calcistica affermandosi prepotentemente come uno dei più forti attaccanti mai visti in Serie A e in Nazionale

La stagione parte con il piede giusto già dalla prima uscita ufficiale, allorquando viene sconfitta all’Amsicora ed eliminata dalla Coppa Italia, la Lazio, formazione di Serie A, mentre in campionato si parte con tre vittorie e quattro pareggi che portano i rossoblù in testa alla settima giornata.

Nella parte alta della graduatoria c’è un grande equilibrio e nessuna formazione sembra in grado di avviare una fuga. Oltre ai rossoblù si affacciano nei quartieri alti della classifica anche Napoli, Varese, Padova, Lecco, Verona e Pro Patria. Comunque il cammino del Cagliari è all’insegna della regolarità e l’anno solare 1963 si chiude con il primo posto solitario.

Particolare importante da rilevare è costituito dal fatto che l’inverno è particolarmente avverso al regolare svolgimento del campionato. In tutto il girone di andata di 190 partite di campionato ben 15 vengono sospese o rinviate per neve o nebbia, per cui la classifica che ogni domenica, al termine della giornata calcistica, si va a leggere, è in realtà falsata dai tanti recuperi da disputare.

Uno di questi riguarda il Cagliari che vede rinviata la gara prevista a Lecco il 12 gennaio 1964. Il campo è coperto di neve ma i rossoblù accusano senza mezzi termini i dirigenti lombardi, la cui squadra è in un periodo di emergenza per varie indisponibilità dei loro uomini migliori, di avere furbescamente rallentato le operazioni di spalatura della neve per ottenere il rinvio e presentano pertanto ricorso per ottenere la vittoria a tavolino. Il ricorso viene rigettato e la gara, che verrà recuperata ad aprile, vedrà il successo dei padroni di casa.

Nel frattempo, dalle retrovie, si fanno avanti prepotentemente altre due formazioni partite un po’ a rilento: il Brescia e il Foggia. I primi sono partiti con una penalizzazione di sette punti e con un disastroso esordio (sconfitta 4-0 a Varese) ma, inanellando una serie utile che arriverà a diciotto partite senza sconfitte, si avvicinano clamorosamente alla vetta della classifica, toccando il secondo posto, ad un punto dalla prima, alla 23ma giornata, prima che una serie negativa di un punto in quattro gare li tagli fuori dalla corsa alla Serie A. A campionato concluso questa penalizzazione costerà cara ai lombardi, visto che, senza di essa, avrebbero ottenuto la promozione. In ogni caso punteggio in classifica assolutamente notevole per il girone di andata visto che, senza penalizzazione, si sarebbe trattato di ben ventinove dei trentotto punti in palio.

Il Foggia, che, come il Cagliari, è stato promosso in B al termine della stagione 1961-62 (le due squadre erano in gironi differenti e li hanno entrambe vinti), e che, come i rossoblù, è reduce da un buon campionato di assestamento un anno prima, di risultati utili di fila ne ottiene ben 24 e scavalcherà i rossoblù proprio nel giorno del rinvio della partita di Lecco. I pugliesi chiuderanno al primo posto il girone di andata. Un primo posto che in teoria dovrebbe essere solitario ma che in realtà viene condiviso, causa il rinvio della gara, poi risultata vincente, di Venezia dell’ultima di andata, che i rossoneri recupereranno solo a girone di ritorno iniziato. A causa dei tanti rinvii è proprio il Cagliari, a pari punteggio anche con il sorprendente neopromosso Varese, a togliersi la bella soddisfazione di occupare il gradino più alto della classifica con il Foggia.

Nell’inizio del girone di ritorno i rossoblù rallenteranno vistosamente il passo con una serie di quattro pareggi (ben tre in casa tra cui quelli con le due pericolanti Prato e Alessandria) e la sconfitta di Napoli che li porterà, alla 24ma, al settimo posto, a quattro punti dalla vetta dove, nel frattempo, il Verona ha raggiunto il Foggia. Ma la domenica successiva i cagliaritani espugnano il terreno del Simmenthal Monza e lo fanno con un clamoroso 5-0 che vale anche come rivincita, visto che, la stagione precedente, erano stati i brianzoli a umiliare in trasferta gli avversari con un punteggio quasi identico (vinsero 5-1). Il vistoso risultato dà coraggio e autostima ai rossoblù che tornano così in piena corsa promozione.

Con la classifica finalmente assestata dalla disputa dei recuperi di campionato, i valori si chiariscono. Il Cagliari fa in pieno la sua parte e dalla suddetta sconfitta del 23 febbraio a Napoli alla fine del campionato, perderà solo il già citato recupero di Lecco.

Dopodichè (è la 30ma e i rossoblù pareggeranno a Catanzaro, campo dove nessuna squadra ospite riuscirà a vincere) la classifica vede solo il Foggia con un passo in più. Dietro di essa ben sei squadre in quattro punti (Padova, Varese, Verona, Cagliari, Brescia e Lecco) per altri due posti promozione. Ed è proprio ora che viene fuori la freschezza atletica e psicologica del Cagliari, che vince tre gare consecutive, tra cui l'importantissimo scontro diretto di Verona, con il quale i rossoblù, con un 3 a 0 che non ammette discussioni, spazzano via i rivali, che, dunque, rimangono quinti con 39 punti. Risultato che porta i cagliaritani da soli ad una lunghezza dalla vetta, dove adesso Padova e Varese hanno agganciato il Foggia a quota 43.

A cinque giornate dal termine saranno dunque queste quattro squadre (Foggia, Padova, Varese e Cagliari), racchiuse nello spazio di due punti, a contendersi i tre posti promozione. A chiamarsi fuori sarà il Padova che perde quattro partite di fila. Prima la sconfitta sul difficile campo di un Catanzaro che comunque non aveva nulla da chiedere al campionato, alla 34ma, poi, addirittura il crollo in casa (2-4) contro il disperato Prato, che alla fine retrocederà, infine il derby veneto a Verona e ancora una sconfitta interna contro un’altra pericolante, il Simmenthal Monza.

Via libera dunque per le altre tre squadre che centreranno la promozione. Sarà un tris di forze fresche nel panorama calcistico nazionale, tutt’e tre alla prima promozione e con il Varese al suo secondo salto di categoria consecutivo in avanti. Saranno proprio i lombardi a finire primi chiudendo con tre vittorie e due pari il loro splendido campionato. Il giorno della certezza matematica della promozione è per tutti domenica 14 giugno 1964: il Varese sconfigge il Foggia nello scontro diretto e sono tutte e due le formazioni a festeggiare perché l’antagonista dei pugliesi (che chiuderanno terzi con tre sconfitte consecutive finali), cioè il Padova, quarto in graduatoria, non riesce ad accorciare le distanze in classifica in quanto a sua volta clamorosamente sconfitto in casa, come già detto, dal Simmenthal Monza.

Infine il Cagliari, chiamato ad un difficile impegno sul campo di una squadra in lotta per non retrocedere, l’Udinese. Chiuso il primo tempo in svantaggio, i rossoblù conquistano, grazie ad una storica rete di Riva, un pareggio 1-1 che vale il secondo posto finale e l’apoteosi.

Non meno combattuta sarà la lotta per non retrocedere, che registrerà nel girone di ritorno la bella rimonta del Parma, ultimo al giro di boa. Ma soprattutto l’impresa del Simmenthal Monza, ultimo da solo e con due punti di ritardo alla 33ma giornata, che chiuderà il torneo con cinque vittorie consecutive che valgono la conferma nella categoria. Alla penultima giornata, nonostante il pareggio sul campo del Palermo, arriva la matematica condanna per il Cosenza, seguito la giornata successiva dal neopromosso Prato e dall’Udinese. I bianconeri, in A appena due anni prima e pure reduci da una soffertissima salvezza, stavolta non evitano il declassamento che li porterà nel terzo livello nazionale, dove resteranno per ben quattordici anni di fila.

In questo campionato il Cagliari riuscirà a distinguersi, dal punto di vista statistico, sia per in rendimento in casa, dove, così come il Varese, che sarà la squadra con il maggior numero di punti in casa, e il Catanzaro, non verrà mai sconfitto, sia per quello esterno dove sarà la squadra con il maggior numero di punti, maggior numero di vittorie e migliore attacco. E comunque l’unica a riuscire a ottenere una media superiore ad un punto a partita.

Tra gli altri primati stagionali, segnaliamo in negativo il Cosenza, unica senza vittorie in trasferta, dove ha ottenuto appena cinque punti e realizzate sei reti, il Simmenthal Monza per le gare in casa, dove ha registrato il peggiore attacco, il minor numero di vittorie e il massimo di sconfitte e Alessandria e Palermo, rispettivamente peggiore attacco interno e peggiore difesa. Massimo di sconfitte in trasferta e peggiore difesa esterna per il Catanzaro.

In positivo segnaliamo il Brescia, che si distingue come migliore attacco sia in casa che in assoluto, nonché per il massimo di vittorie e il massimo di vittorie interne (come Varese e Lecco).

Per il Cagliari scenderanno in campo, complessivamente, diciassette calciatori. I tre più presenti dei quali, disputeranno tutte le trentotto partite di questo campionato, sempre con il consolidato formato di venti squadre. Si tratta di Cappellaro, Colombo e Greatti con quest’ultimo che sarà anche il miglior realizzatore con dodici reti.