Campionato Serie B
Stagione 1953/54. Il punto di massimo arrivo del Cagliari fino a quel momento nella sua storia. Favorita d’obbligo del torneo è il Catania. La squadra
siciliana, dopo avere fallito di un soffio la prima storica promozione nella massima serie, con la sconfitta nello spareggio, è desiderosa immediata di
riscatto e rispetterà in pieno il pronostico giungendo prima al termine del campionato e accedendo per la prima volta nella sua storia alla Serie A. Gli
etnei, dopo una partenza un po’ in sordina, inanellano sette vittorie consecutive tra la settima e la tredicesima giornata, prendendo il comando della
classifica alla decima giornata per non abbandonarlo più.
Accreditate del pronostico della vigilia anche le neoretrocesse dalla A Como e Pro
Patria e anche il Cagliari, formazione rimasta in corsa per la promozione fino all’ultimo la stagione precedente. Queste squadre, rispettando le
previsioni, si riveleranno assolute protagoniste nella lotta per la promozione, riservata alle prime due in classifica.
La stagione per il Cagliari inizia con la nomina del nuovo presidente che è Pietro Leo. Alla guida tecnica della squadra c'è ancora, naturalmente, il
confermatissimo Federico Allasio, allenatore della super promozione dalla C alla B e del brillantissimo campionato successivo, vissuto da neopromossa
protagonista nella lotta per la promozione. Tuttavia il tecnico ha un carattere difficile e l’armonia con squadra e società è tenuta in piedi più che
altro dai risultati. Tant’è vero che per questa stagione viene realizzato un imponente rinnovo dei ranghi con appena sette dei diciannove calciatori che scenderanno
in campo nella stagione, confermati nell’organico. Vittima illustre del taglio il bomber Bercarich, autore di ben trentanove reti nelle due sue stagioni in
rossoblù, che viene accusato dall’allenatore di non avere un comportamento esemplare dal punto di vista professionale per quanto concerne sia il campo
di gioco che la vita privata. Il profondo rinnovamento dei ranghi nei rossoblù passa un po’ per tutti i reparti. Dal portiere Santarelli, alla difesa con
la coppia Bersia-Bertoli che disputerà tutte le gare del campionato e Simeoli per arrivare a centrocampo con Barranco e Mussino al posto di Pison. In
avanti sono due i volti nuovi, cioè Mezzalira e Loranzi. Quest'ultimo acquisto decisamente importante, visto che arriva dal Legnano con il quale aveva
conquistato la promozione in A e si era ben distinto nella partita della precedente stagione
contro i rossoblù allorquando, guidando l'attacco della formazione lilla, segnò ben quattro delle cinque reti (a zero) con il quale la formazione lombarda
aveva travolto il Cagliari.
Il campionato, per quanto riguarda le parti alte della graduatoria, va avanti su binari di grande
equilibrio e con la classifica sempre corta. In testa nessuno corre, non c’è la squadra che ammazza il campionato e molte compagini rimarranno
teoricamente in corsa per la promozione fino alle ultime battute del campionato. Tant’è vero che il punteggio finale del Catania sarà uno dei più bassi di
sempre per la vincitrice del torneo. Mantiene un passo abbastanza regolare al vertice anche il Cagliari, anche se i risultati e le prestazioni non sono
esaltanti come negli anni precedenti della gestione Allasio. Insomma, la squadra non entusiasma né tifoseria né dirigenza e quando avviene una importante
flessione nel rendimento, l’allenatore viene esonerato.
Accade dopo il deludente pareggio interno della 22ma giornata contro il Treviso, il 28
febbraio del 1954. L’allenatore, tra l’altro, rientra in ritardo alla ripresa degli allenamenti in settimana e la società coglie la palla al balzo per
licenziarlo. La decisione, anche se era nell’aria, non era programmata e inizialmente prende la guida tecnica nella doppia veste di calciatore e allenatore
il difensore e capitano Morgia per la successiva trasferta del 7 marzo a Padova, conclusa in parità. Mentre Allasio, allenatore quotato, passerà
clamorosamente, di lì a pochi giorni, a guidare la Lazio in Serie A.
Tornando al destino del Cagliari, dalla successiva giornata (ancora in
Veneto, per l’esattezza a Verona), al capitano viene affiancato Soro, un passato da portiere in rossoblù e addirittura un’esperienza nella rosa
dell’imbattibile Juventus degli anni 30, vincitrice di cinque campionati consecutivi, anche se, causa infortunio, Soro non potrà mai scendere in campo.
Per una durata complessiva della coppia alla guida del Cagliari di tre giornate, dopo le quali sarà il solo Soro a mantenere le redini tecniche della
squadra. I rossoblù faticano a decollare, toccando il loro picco negativo alla 27ma, quando verranno sconfitti all’ultimo minuto a Piombino, squadra che
retrocederà al termine del campionato.
Ma poiché, come detto, nessuno corre, e il Cagliari inanella una serie di cinque risultati utili con
quattro vittorie e un pari (tra cui lo scontro diretto contro la Pro Patria, nettamente sconfitta 3 a 0, vendicando l’esatto punteggio dell’andata, vinta
dai bustocchi), i rossoblù si portano a due punti dalla testa della classifica a centottanta minuti dalla fine del campionato. Con un vantaggio di due
punti sul Como e di quattro sulla Pro Patria, e immediatamente sotto rispetto ad un Catania che, nel frattempo, ha vistosamente rallentato, tant’è vero che
non vincerà nessuna delle ultime sei partite, totalizzando nel girone di ritorno appena 17 punti, in media appena uno a partita.
Ma nel giro di
pochissimi giorni il quadro cambia radicalmente a sfavore del Cagliari. Alla Pro Patria, che aveva pareggiato 1-1 sul campo del Verona, viene assegnata la
vittoria a tavolino, causa un tentativo di invasione di campo nel finale di gara, con i bustocchi in vantaggio. E la domenica successiva, con il Catania
che ottiene il pareggio della matematica certezza della promozione, avverrà l’aggancio in classifica perché i rossoblù verranno sorprendentemente
sconfitti sul terreno di un disperato Fanfulla, impegnato, senza successo, nell’evitare la retrocessione, che avverrà a causa di una penalizzazione per un
tentativo di illecito sportivo, rendendo vano il suo rendimento nel girone di ritorno, il secondo migliore di tutti.
Ultima giornata dalle mille
emozioni. La Pro Patria, in svantaggio negli ultimi minuti di gara a Padova, riesce in extremis a pareggiare con, però, l’amaro in bocca di non essere
riuscita a ottenere quella vittoria che poteva chiudere i giochi. Perché nemmeno il Cagliari riuscirà a vincere, concludendo sul nulla di fatto la
trasferta di Pavia e andando negli spogliatoi con la beffa di sapere di essere stato promosso, in quanto la notizia del definitivo pari della Pro Patria
arriverà con un po’ di ritardo (i mezzi di comunicazione di allora erano ben diversi da quelli odierni). I rossoblù si fermeranno a 11 metri dal loro
sogno di gloria, perché nel primo tempo sbagliano un calcio di rigore, alla cui battuta non si presenta il rigorista Gennari, forse spaventato da un suo
errore dal dischetto qualche settimana prima, e con Golin che non riuscirà nella realizzazione.
E così il discorso promozione, da cui viene
tagliato fuori il Como, incapace di andare oltre lo 0 a 0 sul campo di un Treviso a caccia del punto che valeva la salvezza, si conclude nel modo più
giusto e logico. Cioè con uno spareggio disputatosi a Roma tra Pro Patria e Cagliari domenica 6 giugno 1954 che vedrà questi ultimi, dopo avere concluso il
primo tempo in parità, sconfitti 2 a 0 senza attenuanti, tra la immensa delusione dei tantissimi sardi giunti allo stadio dalla capitale, dalla penisola e
dalla Sardegna e dai tantissimi tifosi riunitisi a Cagliari a ridosso di un’improvvisata diretta radio in piazza.
Riguardo le statistiche di
campionato, il Cagliari riuscirà per il secondo anno di fila a mantenere inviolato il proprio terreno di gioco, risultando la migliore anche per numero di
vittorie sia assolute che interne, punteggio interno (quattordici vittorie e tre pareggi) e difesa interna (appena sei reti subite). I rossoblù saranno
anche la squadra con il minor numero di pareggi in campionato. Da notare, nell'organico di questo torneo, il notevole sbilanciamento numerico delle
partecipanti tra squadre settentrionali e squadre meridionali. Appena quattro di queste sono a sud di Roma e tredici su diciotto sono a Nord
di Bologna.
I calciatori cagliaritani utilizzati in campionato saranno ventuno. Come detto saranno Bersia e Bertoli i primatisti di presenze
con il pieno (trentacinque partite su trentacinque, spareggio compreso) mentre le realizzazioni, con la mancanza di Bercarich rispetto alla stagione
precedente, si distribuiranno più equamente con le otto reti di Mezzalira e le sette ciascuno per Gennari e Golin.