Campionato Prima Divisione Regionale Sardegna
Prima di analizzare la stagione calcistica 1940/41 c’è da fare una doverosa premessa extracalcistica. A seguito dell’entrata in guerra, nel
settembre del 1939, della Germania, l’Italia, alleato politico e militare impreparato ad un conflitto armato, proclama inizialmente la non
belligeranza, ma nel giugno del 1940, quindi alla vigilia della stagione che stiamo per analizzare, decide di entrare in guerra al fianco
dell’alleato, illudendosi, sulla scia dei travolgenti iniziali successi dei tedeschi, di essere in una guerra lampo destinata a terminare in
fretta. Tant’è vero che i campionati calcistici non vengono sospesi, anche per dare l’illusione di una normalità che in realtà non c’era. La
storia sbugiarderà clamorosamente le previsioni di breve durata e il disastro che si manifesta in maniera sempre peggiore terminerà per l’Italia
con una solenne disfatta con le ostilità che termineranno completamente solo nel 1945.
La conseguenza è per tutte le attività della vita quotidiana e il calcio, chiaramente, non fa eccezione. Tra atleti chiamati alle armi, problemi
economici, logistici e di spostamenti, rischi di bombardamenti e razionalizzazione di un po’ tutto, l’attività calcistica viene stravolta.
Il Cagliari, data anche la sua particolare situazione logistica derivante dall’insularità della Sardegna, non partecipa al campionato Nazionale di Serie C
e la sua attività calcistica per questa stagione sarà a carattere regionale, venendo di fatto la Sardegna tagliata fuori dai Campionati Nazionali.
Sottolineiamo, per motivi ben giustificati di forza maggiore, certo non per cattiva volontà. Altra rilevante novità è l’avvicendamento alla presidenza con
Banditelli che, dopo un lustro, lascia la società, adesso presieduta da Giuseppe Depperu.
Si organizza così un Campionato di Prima Divisione
Sardo a girone unico che avrà inizio solamente a fine gennaio del 1941. A questo campionato, che vedrà delle rinunce prima dell'avvio della stagione
agonistica da parte di diverse compagini regolarmente iscrittesi partecipano effettivamente dieci squadre, una delle quali si ritirerà al termine del
girone di andata. Per un campionato di diciotto giornate. Più che sottolineare l’aspetto sportivo, forse converrebbe soffermarci sull’aspetto
extracalcistico, cioè quel poco di svago per le folle sempre numerose che seguivano gli incontri nel mezzo della tragedia della guerra. Tra problemi
organizzativi vari, non ultimi gli arbitri che non sempre arrivavano, si arriva ad una conclusione sportiva che vedrà il Medusa Bosa vincere il girone e
quella che dovrebbe essere la consequenziale ammissione alla Serie C in rimonta sul Carbonia. Il Cagliari, che non sempre riuscirà a mandare in campo una
formazione completa di undici calciatori, si classificherà quarto. Per i rossoblù, che avranno Raffaele Corrias nel doppio ruolo di allenatore e
calciatore, il più presente sarà Schinardi con quindici gare disputate, il miglior realizzatore Grandesso con sei reti. Una delle squadre partecipanti, il
Macomer, come detto, si ritirerà al termine del girone di andata.
Ma la prosecuzione della guerra moltiplica le difficoltà e si riesce a malapena ad organizzare, come vedremo, un campionato regionale anche per la
successiva stagione di appena sette squadre e dodici giornate, a cui, oltre al Cagliari, rimarrà a partecipare anche lo stesso Medusa Bosa.